Così bruciò l'Antartide 75 milioni di anni fa: il "paradiso terrestre" dei dinosauri

Così bruciò l'Antartide 75 milioni di anni fa: il 'paradiso terrestre' dei dinosauri
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Pensando all’Antartide è facile immaginare immense distese gelide e immani agglomerati di ghiaccio millenario. A nessuno verrebbero mai in mente sterminate foreste in fiamme e bracieri di ceneri esauste. Eppure è stato scoperto che 75 milioni di anni fa l’Antartide era molto diverso da quello che conosciamo oggi...andava letteralmente in fiamme.

Ci troviamo nel Cretaceo, periodo che si estende da 100 a 66 milioni di anni fa. I dinosauri sono i padroni incontrastati del pianeta e le temperature globali sono molto più alte di quelle odierne.

Presso l’isola di James Ross, in Antartide, oggi una sterminata distesa di neve e ghiaccio, era presente una rigogliosa foresta dal clima temperato, ricca di conifere, felci e piante da fiore. Un vero e proprio paradiso terrestre, insomma. A causa delle temperature insolite, al giorno d'oggi, è stato registrato in Antartide un nuovo record di calore.

Ma “Non è tutto oro quel che luccica” recita il famoso adagio. In questo periodo, infatti, una devastante piaga si abbatteva sulle foreste di conifere dell’Antartide. Queste erano bersagliate da antichi paleo-incendi, sterminatori delle specie animali e arsori della materia vegetale della foresta. Al passaggio degli incendi non restava altro che distruzione, ceneri e carbone.

È proprio quest’ultimo che ha permesso ai ricercatori di scoprire e studiare il fenomeno, in quanto prima prova mai scoperta di un incendio sull’isola di Ross.

Flaviana Jorge de Lima, autrice principale dello studio e ricercatrice dell'Università Federale di Pernambuco a Recife, in Brasile, ha dichiarato "Questa scoperta amplia le conoscenze sul verificarsi di incendi di vegetazione durante il Cretaceo, dimostrando che tali episodi erano più comuni di quanto si immaginasse in precedenza".

Grazie alla recente scoperta, è stato possibile confermare l’alta frequenza di incendi in un periodo compreso tra 85 e 72 milioni di anni fa.

Lo studio internazionale ha effettuato un’attenta analisi di fossili, raccolti tra il 2015-2016 sull’isola di Ross, a cui erano adesi frammenti di carbone di piccole dimensioni. Dall’analisi, effettuata in microscopia elettronica a scansione, è stata confermata l'appartenenza dei reperti a piante del gruppo delle Araucariaceae, una famiglia di conifere.

I ricercatori fanno notare che questo tipo di incendi erano molto frequenti nel tardo Cretaceo, sia nell’emisfero settentrionale, che in quello meridionale, soprattutto in Tasmania, Nuova Zelanda e Argentina. Periodo durante il quale l’Antartide faceva parte del supercontinente Gondwana, dal quale, a causa dei movimenti delle placche tettoniche, si staccò, isolandosi.

A differenza del continente odierno, 75 milioni di anni fa non presentava ghiaccio ed era lambito da una ricca vegetazione che, a causa di eventi naturali, come fulmini, meteoriti e vulcani, in combinazione agli alti livelli di ossigeno, era soggetta a sviluppare incendi di notevole entità.

"L'Antartide ha avuto un'intensa attività vulcanica causata dalla tettonica durante il Cretaceo, come suggerito dalla presenza di resti fossili in strati legati alle cadute di cenere" e continuando "È plausibile che l'attività vulcanica abbia acceso il paleo-incendio selvaggio che ha creato il carbone qui riportato" concludono i ricercatori.

Non si tratta, di certo, dell'unico fenomeno assurdo verificatosi nel continente glaciale, come dimostrano le cascate di sangue dell'Antartide.