
Buchi neri, ora gli scienziati puntano ad osservare quello della Via Lattea

La pubblicazione della prima foto di un buco nero, avvenuta nella giornata di ieri, è destinata ad aprire una nuova era nel campo dell'osservazione spaziale. Luciano Rezzolla, direttore dell'Istituto di Fisica Teorica di Francoforte e membro del consorzio EHT, all'ANSA ha parlato dei prossimi obiettivi.
Lo scienziato ha detto senza mezzi termini che lui ed i suoi colleghi adesso puntano ad osservare anche altri oggetti "previsti un secolo fa da Albert Einstein".
E' chiaro che l'obiettivo primario è osservare il buco nero che è presente al centro della nostra galassia, la Via Lattea. La sfida però è tutt'altro che semplice in quanto rispetto a quello presente in M87, Sagittarius A* si muoverebbe ad una velocità più elevata e sarebbe estremamente difficile da portare a termini.
“Abbiamo cercato i buchi neri più grandi nel cielo: quello di M87, del quale abbiamo ottenuto l’immagine, e quello al centro della Via Lattea" ha affermato Rezzolla, il quale ha osservato che Sagittarius A* è più vicino rispetto a quello della galassia M87, e tecnicamente "possiamo vederlo più facilmente". Innanzitutto, si trova a 100 mila anni luce dalla Terra, una distanza significativamente ridotta rispetto ai 55 milioni di anni luce di M87, ma è anche "più piccolo, con una massa di solo quattro milioni di masse solare". La massa più elevata di quello presente in M87, ha permesso una più facile osservazione in quanto è più stabile.
Al contrario, Sagittarius A* è più variabile, in quanto la materia che cade su di esso lo fa in maniera più turbolenta, dando vita ad immagini che si mutano di continuo. Sostanzialmente, è come fotografare un fiume in piena.
L'esperienza acquisita dagli otto telescopi però non rende il tutto impossibile.
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