Il buco dell'ozono si sta riducendo: Ecco la sua storia lunga quasi 50 anni
Negli anni'80 venne fatta l'amara scoperta di un grande buco (o strappo) nello scudo gassoso che, tuttora, protegge la vita sulla Terra dalle radiazioni ultraviolette. Una notizia che innescò da subito un allarme globale per promuovere azioni dirette a riguardo. Ora, finalmente, dopo quasi 50 anni i dati confermano una sua riduzione significativa.
Infatti, recentemente, un nuovo rapporto delle Nazioni Unite per il Clima afferma che lo strato protettivo di ozono della Terra sta lentamente, ma notevolmente, guarendo ad un ritmo che riparerebbe completamente il danno sull'Antartide in circa 43 anni.
Finalmente una buona notizia dal lato ambientale. Ma ora, cerchiamo di ripercorrere insieme la storia decennale di questa particolare scoperta.
Tutto ebbe inizio tra il 1975 ed il 1984, quando il geofisico britannico Joseph Farman condusse ricerche approfondite, utilizzando palloni meteorologici che rivelarono un calo graduale, e preoccupante, dello strato di ozono nella stratosfera sopra la base scientifica antartica di Halley Bay.
La scoperta di un "buco" sull'emisfero australe andò ad integrare le importanti scoperte di due chimici dell'Università della California, Mario Molina e Sherwood Rowland, che già anni prima, nel 1974, sostennero come i clorofluorocarburi (CFC), ampiamente utilizzati nella refrigerazione, nelle lacche per capelli ed in altri aerosol, fossero la causa di una riduzione dello strato di ozono. Intuizione grazie alla quale vinsero, successivamente, il premio Nobel per la chimica nel 1995.
Bisognerà però attendere fino al marzo del 1985 per una presa di posizione concreta verso tale problema. 28 paesi, infatti, firmarono la "Convenzione di Vienna" per la protezione dello strato di ozono, il primo trattato internazionale in materia, con l'impegno dei membri a monitorare la riduzione dell'ozono ed i suoi effetti sulla salute umana e sull'ambiente.
Tale accordo fu un importante apripista per lo storico "Protocollo di Montreal", siglato due anni dopo, nel 1987, da tutti i membri delle Nazioni Unite, rendendolo uno dei trattati ambientali di maggior successo di sempre. Con l'obiettivo di eliminare gradualmente, dalla produzione e dal consumo, tutte quelle sostanze dannose allo strato di ozono.
Dopo anni di rafforzamenti delle linee guida e rimpalli sugli obiettivi da portare a termine, alternati a prese di posizione contro quei Paesi ancora utilizzatori di prodotti "bollati", nel 2006 si registrò la più grande estensione mai raggiunta dal buco nello strato di ozono sopra l'Antartide.
Per la prima notizia positiva bisognerà attendere fino al giugno 2016, quando alcuni ricercatori statunitensi e britannici affermarono, attraverso un importante articolo pubblicato sulla rivista Science, come il buco sopra l'Antartide fosse, finalmente, in via di riduzione. Con la previsione di una "riparazione" totale entro il 2050.
Recentemente, anche le Nazioni Unite hanno confermato questo trend positivo. Il 9 gennaio 2023 hanno infatti annunciato, in una nota ufficiale, che lo strato di ozono è "sulla buona strada" per riprendersi completamente entro i prossimi 40 anni.
Rimanendo in tema, sapete che l'ozono potrebbe indebolire un meccanismo della Terra molto importante?
FONTE: UNEP Ozone
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