Cannabis e cura dell'epilessia infantile, può ridurla secondo uno studio preliminare

Cannabis e cura dell'epilessia infantile, può ridurla secondo uno studio preliminare
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La Cannabis è una pianta dalle straordinarie proprietà, che veniva coltivata già 12.000 anni fa. Sono numerosi i composti chimici presenti nelle infiorescenze, nelle componenti fogliari e arboree di questa varietà vegetale. Secondo un recente studio tali sostanze chimiche si sono rivelate efficaci nel combattere l’epilessia, più del cannabidiolo.

Lo studio odierno è stato condotto da un’equipe di ricerca del Regno Unito ed ha portato ulteriori prove sugli effetti benefici della cannabis, già utilizzata come terapia per il cancro al cervello.

Gli esperimenti hanno coinvolto 10 bambini affetti da forme gravi epilessia. Agli infanti sono stati somministrati farmaci contenenti la gamma di composti chimici presente nelle piante di cannabis, come cannabidioli, terpeni e flavonoidi.

L’analisi dei risultati ha permesso di constatare una drastica diminuzione della frequenza delle crisi epilettiche, di circa l’86%. Ovviamente si tratta di uno studio su un numero limitato di casi, che andranno confermati tramite una serie di test molto più estesi. Detto questo, l’unico farmaco a base di CBD purificato, approvato dalle autorità regolatorie, è noto come Epidyolex. Il medicamento possiede un’efficacia di diminuzione della frequenza delle crisi convulsive inferiore a quella emersa dai dati preliminari dello studio, ma è anche vero che si tratta di un farmaco testato e certificato. Secondo dati EMA e AIFA, inoltre, la riduzione della frequenza delle crisi convulsive sale a circa il 60%, se il farmaco viene associato al Clobazam.

Data la nomea negativa della cannabis, acuita dagli effetti psichedelici di uno dei suoi composti predominanti, il THC, le ricerche in merito alle sue proprietà benefiche sono state per anni sottovalutate e mai approfondite per questioni politiche e legali. Lo studio in essere risulta essere uno dei primi passi mossi in direzione di un utilizzo dei composti chimici della cannabis sotto forma di terapie.

Negli ultimi anni la cannabis ha subito processi di sdoganamento, grazie alla consapevolezza che svariati composti chimici contenutivi possiedono proprietà benefiche, senza necessariamente andare a scomodare i famigerati CBD e THC.

Tra questi composti benefici troviamo i flavonoidi, sostanze dalle proprietà antinfiammatorie e anticancerogene, capaci di aumentare di oltre 30 volte il potenziale di alcune molecole farmacologiche nella riduzione di dolore e infiammazione.

Altri composti sono i terpeni, responsabili dell’intenso odore delle infiorescenze della cannabis e strutturalmente simili a quelli presenti nell’aglio, nel quale i loro effetti benefici vanno dall’aumento della salute cardiovascolare a proprietà anticancerogene.

Dallo studio nel Regno Unito non sono emersi fenomeni collaterali dall’utilizzo dei composti chimici della cannabis nei bambini che hanno partecipato alla sperimentazione, anzi.

I genitori, infatti, hanno segnalato un miglioramento dei risultati cognitivo-comportamentali, ascrivibili alla minore frequenza dei fenomeni convulsivi e alla minor assunzione di farmaci antiepilettici, i cui effetti collaterali sono ben noti. L'equipe di ricerca fa notare che, per quanto i risultati siano promettenti, si tratta di uno studio ai suoi albori, la cui analisi si è incentrata su un numero basso di individui.

Forti delle evidenze emerse dai dati sperimentali, i ricercatori dello studio invogliano il Servizio sanitario nazionale ad adottare terapie a base di cannabis medica per le forme epilettiche gravi e resistenti ai trattamenti canonici, anche per venire incontro all’eccessivo esborso economico delle famiglie dei pazienti.

"Una tale mossa sarebbe estremamente vantaggiosa per le famiglie, che oltre ad avere il disagio psicologico di prendersi cura dei propri figli malati cronici, devono anche coprire l'onere finanziario paralizzante dei loro farmaci" concludono i ricercatori dello studio.