Capire il passato grazie alle "montagne di cacca" dei pipistrelli: ecco com'è possibile

Capire il passato grazie alle 'montagne di cacca' dei pipistrelli: ecco com'è possibile
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Alcuni scienziati hanno analizzato una vera e propria montagna di cacca di pipistrello al fine di scoprire di più sul passato del nostro pianeta: lo sterco accumulatosi era spesso circa 2 metri, e gli strati più interni risalivano ad oltre 4.300 anni fa.

La ricerca appena effettuata è stata svolta in alcune specifiche grotte della Giamaica, dove vivono da millenni oltre cinquemila specie differenti di pipistrelli. Nel corso degli anni, lo sterco dei chirotteri è andato ad accumularsi e a stratificarsi, formando un vero e proprio basamento fossilizzato che viene chiamato "guano". Gli strati più profondi possono rilevare molto sulla dieta degli animali, e di conseguenza su come siano cambiate le abitudini e il clima durante le varie epoche.

Si potrebbe pensare a questa ricerca come quando si effettuano studi del passato della Terra servendosi degli anelli degli alberi millenari, oppure setacciando i fondali dei laghi vulcanici, solo che qui c'è di mezzo qualcosa che - all'apparenza - può creare un po' di disgusto.

Gli scienziati sono andati principalmente alla ricerca di sostanze conosciute come "steroli": sono dei marcatori biochimici prodotti dalla dieta dei pipistrelli ma che - nonostante passino attraverso il sistema digerente - possono conservarsi inalterate per migliaia di anni.

I ricercatori hanno scoperto che circa mille anni fa c'è stato un picco negli steroli vegetali nella dieta dei pipistrelli, corrispondente al periodo tra il 900 e il 1.300 d.C., quando si pensava che le Americhe fossero particolarmente secche. Le condizioni più secche in genere rendono la vita più difficile agli insetti e durante questi periodi i pipistrelli devono aver mangiato più spesso frutta.

"Abbiamo dedotto dai nostri risultati che il clima passato ha avuto un effetto tangibile sui pipistrelli", afferma la biologa a capo dello studio Lauren Gallant, dell'Università di Ottawa. Un'altra scoperta interessante sono stati i cambiamenti nella composizione del carbonio del guano, probabilmente correlati all'arrivo della canna da zucchero in Giamaica nel XV secolo. Infine i ricercatori non hanno escluso che dal guano si potrebbero ricavare anche dati utili per periodi più recenti, come nel periodo più acceso dei test nucleari.

Lo studio è stato pubblicato sul Journal of Geophysical Research; il metodo di ricerca qui proposto potrebbe essere applicato anche a molte altre grotte in tutto il mondo, e potrebbe rilevarsi un metodo utilissimo per scoprire il passato del nostro pianeta in maniera non invasiva.