
Caro bollette, si muove l'Antitrust: nel mirino le modifiche dei contratti di luce e gas
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Il tema del caro bollette in Italia continua ad essere al centro delle discussioni. L’AGCM questa mattina ha annunciato di aver aperto quattro procedimenti istruttori (con relativi sub-procedimenti cautelari) nei confronti di Iren, Iberdrola, E.ON e Dolomiti.
L’Autorità ha anche inviato una richiesta d’informazione ad altre 25 compagnie, vale a dire A2A Energia, Acea Energia, AGSM ENERGIA, Alleanza Luce & Gas, Alperia, AMGAS, ARGOS, Audax Energia, Axpo Italia, Bluenergy Group, Duferco Energia, Edison Energia, Enegan, Enel Energia, Engie Italia, Eni Plenitude, Enne Energia, Estra Energie, Hera Comm, Illumia, Optima Italia, Repower Italia, Sinergas, Sorgenia e Wekiwi.
Nel mirino dei commissari sono finite le proposte di modifica del prezzo di fornitura di energia elettrica e gas naturale, in contrasto con quanto previsto dal Decreto Aiuti Bis. Come si legge nel comunicato, infatti, il decreto “sospende, fino al 30 aprile 2023, l’efficacia sia delle clausole contrattuali che consentono alle società di vendita di modificare il prezzo di fornitura sia delle comunicazioni di preavviso, salvo che le modifiche si siano già perfezionate prima dell’entrata in vigore del decreto stesso”.
Ad Iberdola ed E.ON viene “contestata la comunicazione con cui le società hanno rappresentato agli utenti la risoluzione del contratto di fornitura per eccessiva onerosità sopravvenuta, in alternativa all’accettazione di un nuovo contratto a condizioni economiche significativamente peggiori”, mentre a Dolomiti “l’asserita efficacia delle comunicazioni di modifica unilaterale del prezzo di fornitura perché inviate prima dell’entrata in vigore del Decreto Aiutibis (10 agosto 2022), mentre la norma fa salve solo le modifiche unilaterali “perfezionate” ovvero effettivamente applicate prima della stessa data.” Infine, a Iren “viene contestata la comunicazione relativa alla asserita scadenza di tutte le offerte a prezzo fisso con la contestuale prospettazione delle nuove e peggiorative condizioni economiche di offerta, in alternativa alla facoltà del cliente di recedere dalla fornitura”.
AGCM però contesta a Iberdola e Dolomiti anche “l’ingannevolezza delle comunicazioni che evidenzierebbero l’impossibilità di fornire energia elettrica al prezzo contrattualmente stabilito a causa dell’aumento del prezzo del gas naturale, in espressa e grave contraddizione con le affermazioni diffuse nei messaggi promozionali, secondo le quali l’energia elettrica venduta proverrebbe esclusivamente da fonti rinnovabili.”
L’Autorità ha comunque osservato che ora sentirà le imprese per consentire loro l’esercizio di difesa.
FONTE: agcm
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