In caso di guerra nucleare, neanche gli oceani potrebbero salvarci

In caso di guerra nucleare, neanche gli oceani potrebbero salvarci
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Non è la questione da porsi in un lunedì sera di gennaio, ma forse, dopo aver letto questa news, penserete "beh, potrebbe andare peggio...". Un recente studio ha approfondito le conseguenze di una guerra mondiale nucleare.

Vi abbiamo già raccontato le conseguenze che un continuo bombardamento di meteoriti avrebbe sul nostro pianeta. Ma cosa succederebbe agli oceani in caso di una guerra mondiale nucleare causata dall'Uomo?

Guerre del genere causerebbero un tale aumento di polveri sottili da bloccare i raggi del Sole, distruggendo il clima terrestre. Vari studi avevano già mostrato dunque che uno scenario di questo tipo comporterebbe un crollo drastico delle temperature globali e la conseguente impossibilità di coltivare piante e vegetali nei continenti. Alla fine di queste ricerche si prospettava come possibile soluzione del problema di sopravvivenza del genere umano quella di rivolgersi al cibo che ci viene fornito dalle attività di pesca.

Ecco, sembra che nemmeno questo sia possibile. Infatti, è stata pubblicata su Communications Earth & Enviroment una ricerca sui risvolti che una guerra nucleare mondiale avrebbe sugli oceani del nostro pianeta e sulla vita che li abita. In particolare, i ricercatori hanno escluso categoricamente la possibilità di sopravvivere in uno scenario tanto drammatico sfruttando a pieno regime il cibo che ci viene fornito dagli oceani.

I ricercatori hanno studiato sei differenti scenari di guerra nucleare, tra cui un conflitto principale nell'Oceano Pacifico tra USA e Russia, insieme a cinque guerre minori tra Pakistan e India. Nell’oceano Pacifico in particolare si avrebbe un notevole incremento di correnti calde. L'oceano Pacifico presenta infatti un delicatissimo bilancio tra correnti calde, dette "el Niño", e correnti fredde chiamate "la Niña".

La simulazione al computer dei ricercatori ci ha mostrato che tra le conseguenze di una guerra nucleare ci sarebbe una diminuzione del quaranta per cento delle alghe e del plancton nelle acque oceaniche del Pacifico. Ciò avrebbe un gravissimo impatto sui sistemi di nutrimento degli organismi acquatici di dimensioni superiore, di cui noi umani ci nutriamo.

Insomma, sembra proprio che le possibilità di sopravvivenza del genere umano dopo una guerra nucleare siano davvero minime.