Primo caso di hacking etico in Italia: storica sentenza del GIP di Catania

Primo caso di hacking etico in Italia: storica sentenza del GIP di Catania
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Storica sentenza in Italia dal fronte della sicurezza informatica. Il GIP di Catania ha infatti assolto un "hacker etico" che nel 2017 aveva portato alla luce una vulnerabilità pericolosa per gli utenti nell'applicazione Beentouch. L'attivista aveva inizialmente comunicato la vulnerabilità agli sviluppatori, senza però ottenere riscontro.

Solo dopo un mese di attesa, nel corso del quale non ha ricevuto alcuna risposta da parte dei creatori dell'app, ha deciso di renderla pubblica per tutelare i consumatori. Proprio la "tutela degli utenti" viene ripresa anche nel decreto di archiviazione, che dà il via all'attività di hacking etico anche nel nostro paese.

Secondo il giudice infatti le azioni dell'hacker sono da intendersi come "divulgazione responsabile" e quindi non possono essere censurate.

La sentenza è estremamente importante in quanto l'ordinamento giuridico italiano non riconosce in alcun modo la differenza tra hacking etico e cracking. Alla base della normativa c'è solo l'accesso non autorizzato in un determinato sistema informatico, che fa diventare le azioni abusive indipendentemente dal fine.

L'avvocato dell'hacker Fulvio Sarzana ha definito la sentenza "importante" proprio perchè "nel sistema italiano non esiste un esimente, ovvero una non punibilità legata al comportamento responsabile dell'hacker". Il provvedimento del GIP è coraggioso proprio perchè potrebbe aprire le porte ad una discussione su un tema che nell'epoca in cui viviamo assume sempre più rilevanza.