Le migliori foto di Hubble: M1, Nebulosa del Granchio

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Di foto incredibili dallo spazio Hubble ne ha scattate davvero tante ma forse le più impressionanti sono quelle del catalogo Messier, il primo catalogo astronomico di oggetti celesti diversi dalle stelle, pubblicato da Charles Messier nel 1774 con il nome Catalogue des Nébuleuses et des Amas d'Étoiles.

Gli scatti di Hubble in fondo a questa news riguardano l'oggetto M1 (NG1952) del catalogo Messier, ovvero la nebulosa del Granchio, quello che rimane di un'esplosione supernova. Quando si parla di supernova ci si riferisce alla morte di una stella collassata sulla sua stessa gravità, quando ormai il processo di fusione nucleare che la tiene in vita non è più in grado di contrastare l'addensamento di materia.

Il primo scatto mostra in modo chiaro i resti dell'esplosione larga ben 6 anni luce, mentre nella seconda foto è stato effettuato uno zoom del cuore di questo evento distruttivo. La distanza di questo oggetto dalla terra è di 6.500 anni luce e si trova nella costellazione del Toro, visibile anche con un piccolo telescopio soprattutto durante il mese di gennaio. Questa prima osservazione di Charles Messier lo ispirò a tal punto da creare un catalogo di oggetti che non fossero stelle.

Qualcuno potrebbe pensare che una supernova così bella e mastodontica possa essere ripresa da un telescopio avanzato come Hubble con un semplice scatto, ma la realtà dei fatti è ben diversa quando un oggetto si trova così distante dal nostro pianeta (attorno al quale Hubble orbita): ci sono voluti 3 mesi e ben 24 esposizioni, nonché una lunga serie di manipolazioni dei dati per arrivare ad una foto così dettagliata.

Come quasi tutto quello che rilascia la NASA la Nebulosa Granchio non appare esattamente così a livello di colori avvistandola ad occhio nudo, ma dà perfettamente un'idea di come dovrebbe essere da vicino. I filamenti arancioni sono costituiti per lo più da idrogeno, quelli blu più esterni (e piccoli) sono ossigeno, quelli verdi sono zolfo ionizzato mentre quelli rossi sono ossigeno ionizzato. Come potete notare questi elementi sono tutti relativamente leggeri, aventi pochi protoni nel nucleo, e non sono altro che quello che il prodotto del processo di fusione di una stella (a parte l'idrogeno, che è praticamente la materia della stella).

Quel che rimane al centro della supernova è il nucleo della stella che è esplosa, ovvero una stella di neutroni che gira così velocemente da creare quell'alone blu visible al centro della prima foto. La stella di neutroni in questione è detta pulsar perché emette radiazioni facendola pulsare 30 volte al secondo mentre ruota. Nel secondo scatto c'è proprio il cuore pulsante di questa nebulosa: delle due stelle più luminose al centro dell'immagine, la pulsar è quella che si trova a destra. Gli anelli fantasma sono creati proprio dalla pulsar e seguono il campo magnetico, essendo costituiti da particelle di gas estremamente cariche.

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