Ora che Chang'e 5 è tornata sulla Terra, che fine farà l'orbiter ancora nello Spazio?
Qualche giorno fa abbiamo assistito ad un evento storico: la capsula di rientro della sonda Chang'e 5 cinese è tornata sulla Terra sana e salva, consegnando agli scienziati un inestimabile carico di campioni lunari. La missione sembrava conclusa, ma a quanto pare c'è ancora qualcosa da fare.
Chang'e 5 (nome che deriva dalla divinità cinese che rappresenta la Luna stessa) si è rivelato uno dei principali successi della campagna spaziale della CNSA (Agenzia spaziale Cinese), in quanto ha confermato per l'ennesima volta la supremazia tecnologica e ingegneristica del Regno di Mezzo rispetto alle restanti nazioni. Basti pensare che è l'unica nazione per ora ad aver fatto atterrare con successo un rover sul lato nascosto del nostro satellite.
Adesso che i campioni lunari sono stati riportati sulla Terra, nelle mani sicure e affidabili degli scienziati, nuove prospettive di ricerca si parano davanti a noi: sarà possibile approfondire gli studi sull'evoluzione della Luna e per svelare quei meccanismi ancora non del tutto chiari su come sia sviluppato l'intero Sistema Solare.
Come sappiamo la sonda Chang'e 5 era composta da quattro moduli, ognuno adibito ad una specifica mansione: l'orbiter, in particolare, era il principale "trasportatore" della missione, una sorta di taxi per i restanti moduli. È partito dalla Terra, è rimasto in orbita lunare in attesa dello scavo lunare e poi ha riportato tutto ciò che gli competeva sul nostro pianeta... ma senza farvi un effettivo ritorno. Il povero orbiter infatti ha salutato il modulo di rientro ed è rimasto fuori dall'atmosfera, e ha addirittura acceso i suoi motori per evitare il nostro pianeta e dirigersi altrove.
Queste notizie son state prima di tutto confermate da alcuni radioamatori, che hanno rilevato i segnali radio del modulo, ma ora è anche arrivata l'ufficialità da parte dei portavoce della compagnia aerospaziale cinese: l'orbiter si dirigerà in un punto lagrangiano Sole-Terra per ulteriori esperimenti (più precisamente nel punto L1).
Questi punti sono famosi per essere luoghi di "equilibrio" tra le varie interazioni gravitazionali: la gravità della Terra e del Sole quasi si compensano in queste zone, permettendo una stabilità notevole di un possibile corpo che si vada ad inserire nella sua orbita (in questo caso, l'orbiter di Chang'e 5).
La missione estesa di Chang'e 5 è dunque ufficiale: grazie anche ai suoi strumenti di imaging potrà andare alla ricerca di eventuali asteroidi non ancora identificati o potrà al limite analizzare meglio quelli poco conosciuti. A quanto pare, la CNSA ha ancora qualche cartuccia da sparare, e noi saremo ben felici di tenervi aggiornati sugli sviluppi.
FONTE: SpaceNews
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