ChatGPT è rivoluzionario, ma preoccupa gli scienziati col rischio di un "monopolio"

ChatGPT è rivoluzionario, ma preoccupa gli scienziati col rischio di un 'monopolio'
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ChatGPT sta facendo impazzire il mondo dell'internet: si tratta, infatti, di un'intelligenza artificiale che genera del testo scrivendo solo quello che si sta cercando (può scrivere barzellette, codice informatico e poesie). In soli cinque giorni ha raggiunto un milione di utenti, ma i suoi segreti preoccupano gli esperti.

Il chatbot sfrutta una serie di progressi tecnici pubblicati negli ultimi due decenni, ma tutte le innovazioni uniche sono celate. ChatGPT è addestrato praticamente su tutto il Web e può quindi completare intere frasi o persino interi paragrafi.

In passato, i progressi nell'IA sono stati accompagnati da letteratura sottoposta a revisione paritaria. Nel 2018, quando il team di Google Brain ha sviluppato la rete neurale BERT su cui ora si basa la maggior parte dei sistemi di elaborazione del linguaggio naturale, i metodi sono stati pubblicati in articoli scientifici sottoposti a revisione paritaria e il codice era aperto.

Dopo il rilascio di ChatGPT, c'è solo un breve post sul blog che descrive il funzionamento. Non c'è stato alcun accenno a una pubblicazione scientifica di accompagnamento o all'apertura del codice. OpenAI - l'azienda dietro il bot - è forse una delle più strane emerse dalla Silicon Valley. Nel 2015 è nata come "senza scopo di lucro" per la creazione di un'IA "amica", mentre nel 2019 è diventata a scopo di lucro, con investitori limitati a un rendimento massimo di 100 volte il loro investimento.

Perché il fatto che ChatGPT sia "chiusa" preoccupa gli scienziati? Secondo gli addetti ai lavori, se l'apertura nell'IA diminuisce, potremmo assistere a un rallentamento dei progressi in questo campo e allo sviluppo di nuovi monopoli. D'altronde lo sappiamo, in futuro internet sarà costituito interamente dall'IA.