A Chernobyl sono stati rilevati livelli di radiazioni finora non noti
Nonostante siano passati 33 anni dal disastro di Chernobyl, gli effetti non sembrano essere totalmente passati. Uno studio condotto dal National Centre for Nuclear Robotics (NCNR) ha evidenziato la presenza nella foresta rossa di zone radioattive che fino ad ora erano sconosciute.
Lo studio è stato condotto lo scorso Aprile ma i risultati sono stati pubblicati solo di recente. Il team di ricercatori dell'Università di Bristol, in collaborazione con i colleghi ucraini, si è avvalso di un nuovo tipo di drone capace di rilevare la presenza di gamma e di neutroni sorvolando le aree interessate. Grazie a questo strumento gli scienziati sono riusciti a ricostruire una mappa dettagliata delle radiazioni presenti nella zona in cui è esploso il reattore nucleare numero 4.
I droni hanno anche sorvolato il villaggio di Buriakivka, a tredici chilometri dalla centrale e dall'insediamento di Kopachi.
La maggior parte delle rilevazioni però sono state effettuate sulla "foresta rossa", già da tempo etichettata come uno dei siti più radioattivi della Terra in quanto è situata a soli cinquecento metri dalla centrale di Chernobyl. L'esplosione del 26 Aprile 1986 investì a pieno l'area, uccidendo le piante e facendole diventare rosse. La "Foresta Rossa" ancora oggi è quasi totalmente inaccessibile agli esseri umani proprio per i pericoli rappresentati dalle radiazioni, ecco perchè mai prima d'ora nessuno era riuscito ad effettuare rilevazioni sui livelli di radiazioni.
I cinquanta droni hanno sorvolato la zona per dieci giorni. L'Università di Bristol si è avvalso di due tipologie di velivoli: quelli ad ala fissa che hanno realizzato la mappa delle radiazioni, volando a 65 chilometri all'ora sulla cima degli alberi, e quelli ad ala rotante che hanno scattato immagini ad alta risoluzione ed in 3D delle aree.
Le rilevazioni hanno confermato gli studi effettuati in precedenza sui livelli di radioattività, ma hanno anche portato alla scoperta di nuovi punti, tra cui uno localizzato a pochi chilometri a sud della foresta che sarebbe stato utilizzato per separare il terreno durante le operazioni di pulizia. Tom Scott della Bristol University ha affermato che all'epoca del disastro gli uomini impegnati nella missione hanno cercato di separare le parti contaminate da quelle buone per ridurre lo scarto. Nonostante ciò però il livello di radiazioni è molto alto e si parla di circa 1,2 millisieverts per ora, "stando li poche ore avrei raggiunto la dose massima assumibile in un anno" ha affermato.
I ricercatori dell'NCNR hanno già svelato l'intenzione di tornare nuovamente sulla zona, per mappare i 2600 chilometri quadri della Exclusion Zone.
Di recente il disastro di Chernobyl è tornato agli onori della cronaca per l'omonima serie di HBO.
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Our team from @BristolUni recently conducted the world's first drone survey over #Chernobyl and the Fed Forest. This is one of their flight maps. Read the full story: https://t.co/EKtue6HrSk#NuclearRobots pic.twitter.com/Dok6siktCe
— National Centre for Nuclear Robotics (@NCNRobotics) 8 maggio 2019
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