Ma a chi appartenevano questi strani calzini trovati in Egitto?

Ma a chi appartenevano questi strani calzini trovati in Egitto?
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No, state tranquilli, quelli esposti al Victoria and Albert Museum di Londra non sono i calzini di Shaquille O’Neal, bensì sono un paio di calzini vecchio stile... Beh, d’altronde, hanno solo 1.600 anni ed è un miracolo che le calzature abbiano conservato questo colore così vivido!

Essi sono stati trovati nei cimiteri di un’antica colonia greca sita nei pressi del Nilo, ovvero Oxyrhynchus, alla fine del XIX secolo. I calzini facevano parte di una collezione in possesso di Robert Taylor Esq., che ha agito come esecutore testamentario del defunto maggiore Myers, nel 1900, donando i cimeli; o almeno, è così che recita la tavoletta di presentazione posta in museo.

Dai calzini romano-egiziani possiamo analizzare una tecnica di lavoro a maglia con un solo ago millenaria: il nålbindning richiedeva solo un singolo filo di lana, nel caso specifico di queste calzature, rossa. Siffatta pratica si piegava anche a mansioni quale la realizzazione di indumenti attillati per la testa, i piedi e le mani, popolari a causa delle sue qualità elastiche.

Il nålbindning è una tecnica molto antica, già attuata nella preistoria ed è precedente al lavoro a maglia a due ferri. Gli aghi erano realizzati in legno o osso, il quale veniva “appiattito, smussato e lungo tra 6 e 10 cm, con occhi relativamente grandi posti a o vicino al centro”.

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[Calzini del Victoria and Albert Museum di Londra]

Ma a chi appartenevano questi strani calzini trovati in Egitto?