Chip neuromorfici: il nuovo passo evolutivo secondo Intel e Sandia Labs
INFORMAZIONI SCHEDA
La ricerca e i progressi nel campo dello sviluppo di calcolatori sempre più avanzati è uno degli ambiti più attivi della tecnologia moderna: di recente abbiamo assistito a server potentissimi, a computer quantistici e ora persino alle cosiddette reti “neuromorfiche”.
Progettisti e ingegneri cercano soluzioni sempre più avanzate per potenziare i computer e le macchine adibite a grandi calcoli (come – per esempio – il computer “Pleaides” della NASA, o il più potente supercomputer mai costruito fin ad oggi, il “Fugaku”). Questi super cervelli elettronici lavorano a velocità impressionanti, ma secondo molti esperti la velocità di un calcolatore non sta soltanto nella sua forza bruta, quanto nella sua capacità di condividere e veicolare le informazioni.
A tale proposito si è cercato di accomunare quanto più possibile i computer moderni con il calcolatore più potente fin ad ora ineguagliato: il cervello umano. Con un fabbisogno energetico infinitamente più irrisorio, senza bisogno di alcun tipo (o quasi) di sistema di raffreddamento e di dissipazione, il cervello umano è ancora oggi la macchina per eccellenza di inequivocabile perfezione. Il segreto di questa efficienza risiede probabilmente nella sua complicatissima rete neuronale e nell’insieme di fibre nervose che in pochi microsecondi gestiscono una quantità enorme di informazioni.
Nascono così le “reti neuromorfiche”, ovvero dei chip progettati e costruiti ad immagine e somiglianza dell’uomo per rendere la trasmissione dati più efficace.
Uno dei colossi in questo campo è senza dubbio la Intel, che ha già mostrato e provato il suo “mostro” da 50 milioni di connessioni nervose denominato Loihi. Di recente è stato annunciata una collaborazione importante tra la Intel Federal LCC (sussidiaria di Intel) e i Sandia National Laboratories - del Dipartimento dell'Energia statunitense - che si occupano per lo più di sicurezza nazionale.
L’accordo triennale intenderà valutare il valore del calcolo neuromorfico applicato ai problemi computazionali su grande scala. Se tutto procederà secondo i piani, le verifiche verranno effettuate mediante il recentissimo chip neuromorfico “Pohoiki Springs” da 100 milioni di neuroni.
Grazie alla loro collaborazione, Intel e Sandia sperano di far avanzare la ricerca nel calcolo neuromorfico per determinare dove questi sistemi siano più efficaci e dove vi sia più bisogno (come in analisi di mercato, programmi per la difesa nazionale, antipirateria e così via). Inoltre, lo sforzo congiunto delle due organizzazioni aiuterà a comprendere meglio questa tecnologia emergente e come potrà essere utilizzata nelle sfide scientifiche e ingegneristiche più urgenti.
Mike Davies, il direttore del Neuromorphic Computing Lab della Intel, ha commentato entusiasta: “Ci aspettiamo una collaborazione produttiva che porterà la prossima generazione di strumenti, algoritmi e sistemi neuromorfici ad un livello dell’ordine di un miliardo di neuroni, e forse anche oltre.”
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