Chiude Coinhive, permetteva ai siti di minare criptovalute usando i PC dei visitatori

Chiude Coinhive, permetteva ai siti di minare criptovalute usando i PC dei visitatori
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Chiude Coinhive, ultima vittima del crollo del mercato delle criptovalute. Il tool permetteva ai siti di sfruttare l'hardware di ogni visitatori per il mining di criptovalute. Un'alternativa alla pubblicità, che aveva generato non poche polemiche.

Addio Coinhive, il cryptojacking che permetteva di minare la valuta Monero ciucciando potenza ai device dei visitatori del sito su cui veniva installato. Un'idea piuttosto interessante, che voleva costruire un'alternativa alle inserzioni pubblicitarie. Io non ti riempio la schermata di pop-up e banner, ma in cambio te mi dai un po' della tua potenza per creare criptovalute.

Ovviamente non sono mancati casi di abusi, con siti che installavano Coinhive ma non davano pronta notifica del tool ai visitatori. Tra le realtà online pizzicate anche qualche nome illustre: ad esempio misteriosamente era stato usato, senza la minima pubblicità dell'iniziativa, dal sito ufficiale di Showtime. Non mancò nemmeno chi riuscì a sfruttare un exploit di Youtube per minare sempre Monero usando la potenza di calcolo dei device di milioni di utenti. Nel suo periodo di apice era stato stimato che almeno 500 milioni di PC avrebbero minato criptovalute all'insaputa dei loro proprietari per colpa di Coinhive e altri strumenti simili.

Ma ora Coinhive è ufficialmente morto. Il motivo è presto detto: Monero è crollato da 425 dollari ai 50$ di adesso. Troppo pochi per rendere economicamente sostenibile la sua gestione. Dall'otto marzo smetterà di funzionare completamente.