Il nostro ciclo circadiano è minacciato dalle luci artificiali? La Scienza risponde

Il nostro ciclo circadiano è minacciato dalle luci artificiali? La Scienza risponde
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Gli ominidi e i primati delle ere passate erano ben consapevoli di quanto fosse importante costruire le proprie attività intorno al ciclo giorno-notte della Terra, e la loro usanza si è trasmessa fino a noi. Tuttavia, l'aumento di luci artificiali potrebbe influire negativamente sul nostro "ritmo circadiano".

L'Uomo gestisce il tempo di sonno e di riposo in base alle ore di luce e di buio di cui dispone, ma come influiscono sull'organismo tutte queste sorgenti artificiali di luce a cui siamo sottoposti di continuo? Luci al neon, schermi degli smartphone, flash e molto altro potrebbero alterare in maniera profonda il nostro ciclo circadiano, e durante i prossimi millenni di evoluzione non è chiaro a cosa andremo incontro.

Il ritmo (o ciclo) circadiano rappresenta il nostro orologio biologico, che (detta in soldoni) ci avverte quando è ora di alzarsi e quando iniziamo ad avere sonno. Il tutto è regolato dall'ipotalamo del cervello, sfruttando una sostanza moto conosciuta di nome melatonina (che a sua volta deriva dal neurotrasmettitore "serotonina", conosciuto come ormone del buon umore).

Il ciclo della melatonina - anche detto ormone del sonno - è incredibilmente sensibile alla presenza della luce, e la sua concentrazione cambia piuttosto velocemente tra le ore di buio (dove è maggiore), a quelle di giorno (dove è minima).

Secondo il professor John Axelsson, esperto di ricerca sul sonno presso il Karolinska Institute, "L'orologio principale del nostro corpo ha un ritmo intrinseco di quasi 24 ore ed è molto sensibile alla luce al tramonto e all'alba, in modo da mettere a punto il sistema circadiano; il sistema deve essere dinamico e adattarsi ai cambiamenti stagionali della durata del giorno e della notte. Ma ancora non sappiamo quanto e come possano influire le luci a cui ci sottoponiamo ogni giorno".

Tra gli argomenti più discussi dagli scienziati c'è l'abuso che si fa degli smartphone e dei dispositivi di lettura digitale: secondo gli esperti, la luce blu/bianca degli schermi influisce negativamente sul raggiungimento di un buon stato di sonno e diversi esperimenti hanno confermato che chi legge un libro cartaceo si addormenta almeno 10 minuti prima di chi riposa guardando lo schermo del cellulare o legge in formato e-book.

Anche per questo sui nostri dispositivi sono presenti diverse opzioni per limitare la luminosità e la riflessione blu della luce: modalità notturne, protezione schermo che "ingiallisce" la schermo al fine di rendere la lettura più confortevole, e via dicendo.

Tuttavia, i ricercatori sanno bene che il sonno è governato da molteplici fattori, e che non è facile scoprire quanto una causa possa incidere più dell'altra (brutti scherzi possono essere giocati anche da stress, ansia, eccitazione e altri elementi non prevedibili). Non è la prima volta, inoltre, che la scienza scende in campo per evidenziare la relazione tra l'insonnia e l'uso degli smartphone.

Rimane il dubbio su cosa accadrà agli umani del futuro, che probabilmente vivranno vite sempre più frenetiche e con tassi di melatonina molto inferiori rispetti al nostro.