Cintura di castità, storia di un'altra grande fake news medievale

Cintura di castità, storia di un'altra grande fake news medievale
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Abbiamo già avuto modo di affrontare il problema delle fake news medievali per così dire, quando abbiamo parlato dello ius primae noctis, ma la lista dei falsi miti di questo periodo è molto più lunga di quanto possiate immaginare e tra questi rientra di diritto anche la cintura di castità.

Questo strumento composto per lo più da fasce metalliche bloccate da un lucchetto che andavano a coprire le zone intime secondo molti sarebbe stato inventato durante il periodo delle Crociate, quando i cavalieri in partenza per il Santo Sepolcro non desideravano altro che assicurarsi la fedeltà delle proprie moglie. In realtà, studi recenti hanno dimostrato che la cintura di castità non è che un'invenzione relativamente moderna.

Il termine latino cingulum castitatis compare sì a partire dal VI secolo, ma si trattava per lo più di un'allegoria teologica, un simbolo di purezza più che di un marchingegno anti-tradimento. In generale quello fatto tra i cavalieri e le proprie mogli non era altro che un semplice patto di fedeltà, con cui la donna si impegnava a restare fedele al valoroso compagno fino al suo ritorno.

La prima attestazione visuale di una cintura di castità è rintracciabile solo nel 1405, nel Bellifortis di Konrad Kyeser, un manoscritto dedicato alla tecnologia militare, in cui l'autore ironicamente faceva riferimento all'incredibile gelosia dei mariti fiorentini. Mentre se cerchiamo dei veri e propri marchingegni di questo tipo, dobbiamo aspettare la prima metà del 1800, quando furono creati dei veri e propri falsi d'autore, e alcuni di questi, attribuiti a donne celebri del passato (come ad esempio Caterina de’ Medici), sono stati a lungo esposti anche in prestigiosi musei. Insomma, non tutto quello che si ritiene sia frutto dell'oscurantismo medievale lo è realmente.