
Un clima caldo e umido può ucciderci molto più velocemente del previsto: ecco come
Secondo i valori teorici, il corpo umano ha un certo grado di sopportabilità a livelli alti di calore e umidità prima di soccombere alla spossatezza o addirittura alla morte. Recenti studi però hanno messo in evidenza che tali valori sono troppo ottimistici, e una persona morirebbe molto più in fretta del previsto.
La teoria ricavata da moltissimi studi sull'anatomia, la biochimica e la biologia umana, davano come assioma fondamentale il fatto che - in presenza di umidità massima (98-100%) - il limite di adattabilità umana si aggirasse intorno ai 35-36 °C.
Ora, mediante uno studio più approfondito, sembra che tale soglia debba essere diminuita di almeno quattro punti, e che i rischi più grandi potrebbero incorrere già intorno ai 31° C di temperatura esterna. Inoltre, tali valori sono riferiti ad un giovane adulto sano, il che vuol dire che per persone a rischio o anziane c'è un valore di temperatura ancor più basso di cui tener conto.
Questo avviene perché gli esseri umani si raffreddano attraverso processi di "evaporazione", come ad esempio la sudorazione della pelle, che permette di raffreddarci e scambiare velocemente calore con l'esterno. Tuttavia, questo processo funziona bene quando l'umidità è relativamente bassa: quando ci troviamo in zone ad alta umidità invece, la sudorazione inizia a perdere di efficacia.
In un'ambiente totalmente secco un corpo umano potrebbe gestire bene la termoregolazione anche a temperature di 50 °C, mentre - come detto in apertura - a livelli di umidità prossimi al 100% non si riesce a superare i 31 °C.
Studiare questi limiti e appurare sempre meglio il loro valore è fondamentale per la salvaguardia delle persone a rischio, soprattutto se l'umanità sta avviandosi - come dimostrano i dati sperimentali - verso un cambiamento climatico senza precedenti, con estati sempre più calde e afose.
"Se sappiamo quali sono questi limiti di temperatura e umidità, possiamo preparare meglio le persone, specialmente quelle più vulnerabili, prima di un'ondata di caldo", ha affermato il fisiologo Larry Kenney della Pennsylvania State University. "Ciò potrebbe dare la priorità alle persone più malate che hanno bisogno di cure, impostare avvisi per recarsi in una comunità quando sta arrivando un'ondata di caldo o sviluppare un grafico che fornisce indicazioni per diversi intervalli di temperatura e umidità".
Gli scienziati che stanno valutando le fluttuazioni del clima globale affermano che entro la fine del secolo ci saranno molte zone a rischio: paesi come Pakistan, India, il Golfo Persico e l'America centrale sperimenteranno frequentemente umidità al 100% a temperature superiori a 35 °C. A queste condizioni la vita umana è seriamente compromessa.
Se siete curiosi di approfondire la questione, lo studio è stato pubblicato sul Journal of Applied Physiology.
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