Com'è stato creato l'oro nel nostro Universo? Un nuovo studio cerca di spiegarlo
Secondo il parere di molti scienziati, ad aver creato l'oro nell'Universo potrebbero essere state le collisione di stelle di neutroni. In queste esplosioni, infatti, vengono forgiati gli elementi più pesanti del ferro che si propagano, successivamente, in tutto il cosmo. Tuttavia, un nuovo studio sembra cambiare (nuovamente) le carte in tavola.
Secondo i nuovi modelli di evoluzione chimica galattica, le collisioni di stelle di neutroni non si avvicinano nemmeno a produrre l'abbondanza di elementi pesanti che si trovano oggi nella Via Lattea. "Le fusioni di stelle di neutroni non hanno prodotto abbastanza elementi pesanti all'inizio della vita dell'Universo, e ancora non lo fanno ora, 14 miliardi di anni dopo", afferma l'astrofisica Amanda Karakas della Monash University.
"Possiamo pensare alle stelle come a gigantesche pentole a pressione in cui vengono creati nuovi elementi", continua Karakas. "Le reazioni che rendono questi elementi forniscono anche l'energia che mantiene le stelle brillanti per miliardi di anni. Man mano che le stelle invecchiano, producono elementi sempre più pesanti quando le loro parti interne si riscaldano".
Per la creazione di elementi più pesanti del ferro, come l'oro, l'argento, il torio e l'uranio, è necessario quello che viene chiamato dagli scienziati "processo r". Ciò avviene in esplosioni di supernove, ma deve verificarsi molto rapidamente. Secondo il nuovo studio, pubblicato sul The Astrophysical Journal, un tipo di supernova potrebbe essere il responsabile della creazione di questi elementi: le supernovae magneto rotazionali.
Quest'ultime si verificando quando il nucleo di una stella massiccia, in rapida rotazione, con un forte campo magnetico collassa. Questa nuova interpretazione è stata data poiché secondo gli esperti non ci sono abbastanza collisioni di stelle di neutroni per creare gli elementi più pesanti del ferro... oppure semplicemente potremmo non essere a conoscenza del numero di questi eventi. Con il miglioramento delle nostre apparecchiature e tecniche, potremmo scoprire che le collisioni tra stelle di neutroni siano molto più frequenti del previsto.
FONTE: sciencealert
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