Ecco come si allenano gli astronauti all'interno della Stazione Spaziale Internazionale
INFORMAZIONI SCHEDA
I nostri corpi non sono certamente fatti per lo spazio. Gli esseri umani si sono evoluti qui sulla Terra per millenni, adattandosi per eccellere in un ambiente gravitazionale sotto la protezione dell'atmosfera del nostro pianeta. Per questo, nell'orbita terrestre bassa, i vari sistemi del corpo cambiano di conseguenza.
Il più grande cambiamento dell'esperienza degli astronauti è la perdita ossea e muscolare. Senza gravità contro cui lavorare, le ossa perdono densità minerale e i muscoli rischiano di atrofizzarsi. Questo è un problema che viene costantemente combattuto; gli astronauti sulla stazione spaziale si allenano sei giorni ogni settimana per 2.5 ore al giorno.
La Stazione Spaziale Internazionale è dotata di tre macchine progettate per permettere agli astronauti di allenare tutto il corpo: una bicicletta, un tapis roulant e un attrezzo per il sollevamento pesi chiamato ARED, per Advanced Resistive Exercise Device. Ogni macchina è - ovviamente - appositamente progettata per lo spazio, dal momento che le normali attrezzature da palestra sarebbero inutili nella microgravità. Ad esempio, per utilizzare il tapis roulant gli astronauti devono essere legati con un'imbracatura e corde elastiche.
Non è solo questo il problema dello spazio, sfortunatamente. Gli astronauti sperimentano anche qualcosa chiamato spostamento fluido nello spazio. Senza gravità che trascina i fluidi corporei verso il basso, questi si spostano verso l'alto nel torace e nella testa, causando problemi al sistema circolatorio e persino cambiamenti alla vista. Inoltre, il più grande problema dello spazio sono - senza ombra di dubbio - le radiazioni. Fortunatamente, gli astronauti sulla ISS sono ancora protetti grazie al campo magnetico terrestre, che agisce come una barriera attorno al nostro pianeta.
La NASA studia gli effetti delle radiazioni spaziali in un laboratorio speciale presso il Brookhaven National Laboratory. Qui gli scienziati utilizzano un acceleratore di particelle per creare una radiazione spaziale simulata per osservare gli effetti di quest'ultima su dei campioni biologici. "Invece di portare i campioni alla fonte di radiazione, portiamo la radiazione ai campioni", afferma Peter Guida del NASA’s Space Radiation Lab.
Capire come creare una migliore schermatura in grado di mitigare le radiazioni nello spazio sarà essenziale in futuro per i lunghi viaggi spaziali, come quello per Marte.
FONTE: theverge
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