Come appariva il flash di energia causato da Sagittarius A* circa 3.5 milioni di anni fa?
Sappiamo bene che al centro della nostra galassia dorme un mostro cosmico impressionante, conosciuto come buco nero supermassiccio Sagittarius A*. Sembra vivere in modo tranquillo la sua esistenza, ma alcuni milioni di anni fa potrebbe aver provocato uno spettacolo incredibile nelle notti stellate terrestri.
Come tutti i buchi neri supermassicci di nostra conoscenza, SgrA* è il cuore di tenebra che alberga nel nucleo della propria galassia (in questo caso, la Via Lattea) e ingurgita senza sosta materiale stellare, polveri e gas che gli vorticano intorno a velocità folli.
In tutti i miliardi di anni della sua esistenza sembra si sia comportato sempre bene e sia stato abbastanza docile, ad eccezione di un evento particolare di cui ancora oggi - grazie ai nostri progressi scientifici e tecnologici - è possibile scovarne i resti. Circa 3.5 milioni di anni fa, quando i primi ominidi avevano conquistato la "posizione eretta" e vagavano liberi nel cuore dei territori dell'attuale Africa (la culla dell'umanità), Sagittarius A* deve aver sprigionato un enorme esplosione di energia, talmente intensa e potente da rimanere fissa in cielo per oltre un milione di anni.
Sicuramente, se fossimo stati lì presenti, sarebbe stato uno spettacolo senza pari. Per fortuna, grazie agli studi della NASA e ai dati raccolti dal telescopio spaziale Hubble, in calce alla news troviamo un'immagine "plausibile" di come il lampo di energia sarebbe potuto apparire nelle notti terrestri di quel tempo. Un evento che per il nostro sistema solare non avrebbe comportato nessun pericolo (essendo un sistema medio di periferia, di una galassia altrettanto media e di periferia), ma che - sempre grazie agli studi moderni - può dirci molto sul nostro vicinato galattico.
Secondo i dati raccolti dall'agenzia spaziale statunitense, l'esplosione originatasi dal buco nero non solo è la più probabile causa delle "Bolle di Fermi" (grandi zone ad altissimo calore che circondano il nostro nucleo galattico), ma che è stata capace anche di raggiungere distanze impressionanti, spingendosi fino a 200'000 anni luce, "toccando" le Nubi di Magellano e in particolar modo interagendo con la "Corrente Magellanica".
Questo evento ci fa capire quanto quindi la nostra galassia sia interconnessa con ciò che la circonda, avendo influenzato sia le Nubi a lei prossima sia la Corrente stessa. Le cause di tale fenomeno sono ancora dibattute, ma è altamente probabile che si sia trattato di una grande nuvola di idrogeno, fino a 100'000 volte la massa del Sole, caduta sul disco di accrescimento vorticoso vicino al buco nero. L'esplosione risultante ha sprigionato poi getti di radiazioni ultraviolette sopra e sotto il piano della galassia, fin nello spazio profondo.
FONTE: NASA
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