Come funziona la proboscide degli elefanti? Uno studio ce lo spiega

Come funziona la proboscide degli elefanti? Uno studio ce lo spiega
di

Una nuova ricerca pubblicata su Proceedings of the National Academy of Sciences, è stata effettuata dal Georgia Institute of Technology, suggerisce il perché gli elefanti abbiano capacità manipolative così sviluppate. A giocare un ruolo essenziale non sono infatti solo i muscoli bensì anche la pelle.

Siamo oramai abituati ad osservare video e immagini che ritraggono gli elefanti (sai cosa significa l'espressione "elefante bianco"?) maneggiare oggetti con la proboscide, arrivando addirittura a disegnare con questa. Si tratta di riprese che lasciano tutti noi sorpresi ed è proprio questo nuovo studio a dirci il perché di queste straordinarie capacità.

I ricercatori della Georgia, mediante l'osservazione e l'analisi di video ad alta velocità hanno evidenziato che la pelle di un elefante si allunga, con una differenza sostanziale fra la parte superiore ed inferiore. Infatti, la parte superiore si presenta con numerose ripiegature ed appare del 15% più flessibile rispetto rispetto al lato inferiore.

Da sottolineare anche che quando un elefante si allunga per prendere un oggetto o del cibo, è invece la sezione dorsale della pelle della proboscide a scivolare più avanti permettendo una sua maggiore estensione. Sono proprio questi elementi la dimostrazione che la combinazione di muscoli e pelle fa sì che l'animale abbia grande versatilità nell'esecuzione di movimenti apparentemente difficili da effettuare.

Dobbiamo dunque immaginare la proboscide come una sorta di naso telescopio capace di incurvarsi verso l'interno e di allungarsi. Sarà proprio la straordinaria natura dell'elefante a far si che i ricercatori utilizzino queste nuove informazioni per implementare e migliorare i futuri progetti di robotica.

Se da una parte però ci sono notizie decisamente positive, dall'altra non sempre tutto va per il verso giusto come dimostra la storia di Chhouk, l'elefante con una protesi.