Ecco come fanno i maschi di cavalluccio marino a partorire (per davvero)

Ecco come fanno i maschi di cavalluccio marino a partorire (per davvero)
di

Tutti sanno che solo Cosmo de “Due Fantagenitori” è l’unico maschio ad esser diventato “mamma”! A parte scherzi, nel reame animale c’è una simpatica eccezione che sembrerebbe condividere lo stesso destino della simpatica fatina dai capelli verdi: i cavallucci marini.

I cavallucci marini, insieme ai draghi marini e ai pesci ago, fanno parte della famiglia Syngnathidae, la quale si contraddistingue per l’insolita sacca, simile a un utero completa di placenta, all’interno delle loro code. È proprio per questa caratteristica che i maschi di Hippocampus riescono ad attuare la gestazione dei loro piccoli.

Ovviamente, la domanda sorge spontanea: se un cavalluccio marino maschio ha un “utero” e una placenta, cosa lo rende maschio, in termini sessuali? Semplicemente, questi producono sperma invece di uova. La femmina di Hippocampus inserisce le uova nella sacca collocata nella parte anteriore della coda del partner, mentre l’organismo maschile ospitante rilascia lo sperma per fecondare gli ovuli e concedere loro 24 giorni di incubazione. Proprio come le madri mammifere, i “mammi” forniscono ai loro piccoli sia ossigeno che sostanze nutritive, durante questo periodo.

Il travaglio e il parto femminile sono guidati dall’ormone ossitocina, che da indicazioni alla muscolatura liscia dell’utero per espellere il bambino. I maschi di cavalluccio marino sfruttano, invece, dei piccoli muscoli scheletrici della pinna anale, i quali si contraggono per aprire il marsupio nella coda. Non è chiaro se i “mammi” azionano questo processo consapevolmente o se le fibre muscolari si contraggono meccanicamente da sole.