Ecco come veniva rovinata la vita dei veterani americani: accusandoli di omosessualità!

Ecco come veniva rovinata la vita dei veterani americani: accusandoli di omosessualità!
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Nel maggio 1944, Lemuel S. Brown, tenente dell'esercito degli Stati Uniti durante la Seconda guerra mondiale, ricevette un foglietto blu dai militari, in cui lo informava che era stato licenziato. La ragione? Comportamento "indesiderabile", in particolare un'accusa di "tentativo di perpetrazione di un atto di omosessualità".

Voleva combattere la sua "disfatta blu" (blue discharge), poiché subire un tale trattamento comportava un potente stigma e gravi conseguenze negative per il suo futuro. Durante la Seconda guerra mondiale, Brown fu uno dei quasi 50.000 soldati dell'esercito americano, secondo una stima del Dipartimento della Guerra del 1946, che ricevette un congedo blu che li congedò dalle forze armate.

Raramente supportati da qualsiasi procedura formale o indagine, questi avvisi hanno facilitato l'allontanamento di migliaia di persone omosessuali, afroamericani, persone con malattie mentali, problemi di alcol o sostanze stupefacenti e chiunque altro i militari abbiano classificato come "indesiderabile". Un codice nell'angolo in alto dell'avviso spiegava il motivo del congedo: "HS", ad esempio, significava che la persona era considerata omosessuale.

Esistendo in un limbo tra una cessazione "onorevole" e "disonorevole", le commissioni blu hanno profondamente fatto deragliare le vite dei veterani della Seconda guerra mondiale per i decenni a venire. Quelli contrassegnati con un "HS" dovevano spesso fare i conti con le accuse di sodomia, all’epoca, illegale in ogni stato. A molti era stato negato il diritto di ritornare a casa.

Questo stigma ha impedito ai beneficiari di ricevere benefici dal GI Bill, il programma del governo che ha dato ai veterani generosi finanziamenti per le tasse universitarie, prestiti per la casa e le imprese e l'assicurazione contro la disoccupazione, trampolini di lancio cruciali per la stabilità finanziaria e sociale.

Nel loro tentativo di escludere i coscritti omosessuali, i funzionari militari si sono imbattuti in un problema: non avevano un modo conclusivo per identificarli, al di là di una serie di "segni" interpretati soggettivamente come "caratteristiche corporee femminili" ed "effeminatezza nell'abbigliamento e modo”, secondo Allan Bérubé, autore di Coming Out Under Fire: Gay Men and Women durante la Seconda guerra mondiale. Durante la Seconda guerra mondiale, su circa 18 milioni di potenziali arruolati, i militari hanno identificato solo tra 4.000 e 5.000 omosessuali, una grave sottostima, spiega Bérubé.

Scienziati militari iniziarono a ideare test dubbi per misurare l'orientamento sessuale. Nel 1944, secondo Bérubé, un medico dell'esercito testò gli abbassalingua su pazienti che venivano trattati come "psicopatici sessuali", uno dei termini in codice per gli omosessuali.

Altri medici iniziarono a esplorare se potevano diagnosticare l'omosessualità, attraverso i test di Rorschach o misurando la sessualità attraverso i test ormonali. (Uno psichiatra dell'esercito ha teorizzato che gli uomini omosessuali avrebbero mostrato livelli di estrogeni più elevati del testosterone e le lesbiche il contrario.) Nessuna di queste strampalate teorie ha mai trovato conferma scientifica.