Commissioni troppo alte e tempi elevati, co-fondatore di Bitcoin.com vende il suo wallet

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Arrivano notizie non incoraggianti per tutti coloro che intendono effettuare investimenti in Bitcoin. Emil Oldenburg, co-fondatore e CTO di Bitcoin.com, una delle piattaforme di scambio della criptovaluta più popolari al mondo, ha annunciato di aver venduto il suo intero wallet.

L'annuncio è arrivato nel corso di un'intervista rilasciata per il sito di tecnologia svedese Breakit, nel corso del quale Oldenburg ha affermato senza mezzi termini che "in questo momento, un investimento nel Bitcoin è l'investimento più rischioso che si possa fare. C'è un rischio estremamente elevato".

"Proprio per questo motivo ho venduto tutti i miei Bitcoin di recente e li ho convertiti in denaro", ha continuato Oldenburg, riferendosi ai problemi relativi agli elevati costi di transazione ed i tempi di conversione.

Le spese di transazione, infatti, sarebbero raddoppiate ogni tre mesi, e per confermare una transazione ore ci vorrebbero in media 4,5 ore. ArsTechnica riferisce che le tasse su Bitcoin.com sarebbero aumentate a 26 Dollari, che permettono al sito di guadagnare cifre importanti.

La piattaforma di Tokyo, infatti, ha decine di milioni di visitatori unici mensili, almeno secondo quanto affermato da SimilarWeb. La società si basa sul "mining pool" per sorreggersi, ma Oldenburg non ha diffuso alcuna indicazione sul fatturato, tanto meno sulla quantità di soldi guadagnata da questa conversione.

Sempre nel corso di un'intervista, Oldenburg ha affermato che "negli ultimi tre anni lo stipendio mio e di 60 colleghi di Tokyo ci è stato pagato in Bitcoin", ma si è anche soffermato sui rischi insiti nel possedere Bitcoin.

Secondo il dirigente, infatti, le persone ancora non si sono rese conto dei rischi, perchè hanno solo comprato la criptovaluta, e non l'hanno mai venduta. "Non appena si renderanno conto di come funziona, inizieranno a venderla. Il vecchio bitcoin network è tanto buono quanto inutilizzabile", ha continuato.

Uno dei limiti principali del Bitcoin, infatti, sarebbe rappresentato dalla quantità di transazioni al secondo che si possono effettuare, che a sua volta dipende dalla creazione dei "block size" che le memorizzano. Questo, secondo Oldenburg, rende la criptovaluta inutilizzabile.