
Conoscevi queste 4 figure della mitologia greca? Probabilmente non tutte
Gli storici dell’antichità hanno dibattuto a lungo sul motivo per cui i romani avessero prodotto molte meno narrazioni mitologiche, rispetto ai greci. Ebbene, il concetto è di per sé sbagliato: il mito è un prodotto propriamente greco e questo non vuol dire che la cultura romana è priva di narrazioni concernenti eventi divini o fantastici.
Ancora più complesso è stato, per gli studiosi, definire il mito in un ottica universale, ma non hanno fatto fatica a definirne un modello greco, composto da un vasto repertorio di storie, personaggi e leggende, destinato ad essere fonte di ispirazione per interi filoni artistici-culturali. Oggi renderemo omaggio alla produzione ellenica trattando 4 figure entrate nell’immaginario collettivo: il leone di Nemea, il Minotauro, Medusa e le sirene.
Il leone di Nemea è una creatura mitologica caratterizzata da una pelle impenetrabile; per questo motivo, il semidio Eracle fu costretto ad ucciderlo strangolandolo con le proprie mani, in quanto Era aveva concepito la morte dell’essere come parte delle Dodici Fatiche del figlio di Alcmena, la quale si unì clandestinamente al padre degli dèi, Zeus.
Il Minotauro, invece, è un essere dalla testa di un toro e dal corpo di un uomo. La sua storia è legata al labirinto di Creta, dove veniva tenuto prigioniero e nutrito con esseri umani. Il mostro, secondo la leggenda, viene eliminato grazie ad Arianna, principessa cretese, e Teseo, figlio del re di Atene.
Medusa era una donna splendida, capace di concorrere in bellezza con Afrodite in persona. Tuttavia, l’essere divino si inimicò la figlia prediletta di Zeus, Atena, ed ella decise di trasformare in un mostro la fanciulla: con dei serpenti al posto dei capelli e con il potere di pietrificare chiunque con uno sguardo, Medusa aveva perso tutta la sua beltà e fu uccisa dal semidio Perseo, che la vinse utilizzando uno scudo come fosse uno specchio.
Infine, abbiamo le sirene, creature che nell’immaginario collettivo odierno sono percepite come pure e buone. Beh, quelle con cui ebbe a che fare Ulisse e tantissimi altri marinai che girovagavano fra le acque dell’isola di Capri erano senza ombra di dubbio un’eccezione: le sirene attiravano con il loro canto i navigatori, per poi ucciderli e darli in pasto ai mostri marini.
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