Coronavirus della Cina: ecco cosa hanno imparato (per adesso) gli scienziati

Coronavirus della Cina: ecco cosa hanno imparato (per adesso) gli scienziati
INFORMAZIONI SCHEDA
di

Il nuovo virus proveniente dalla Cina, che si è già diffuso in altri paesi asiatici ed è arrivato anche negli Stati Uniti, sta destando molte preoccupazioni al mondo a causa della sua somiglianza con la SARS (acronimo di Severe Acute Respiratory Syndrome). Ecco quello che hanno imparato gli scienziati.

Il virus sembra essere un ceppo mai visto prima di coronavirus (una grande famiglia di virus che può causare dal comune raffreddore a malattie più gravi). Arnaud Fontanet, capo del dipartimento di epidemiologia presso l'Institut Pasteur di Parigi, ha dichiarato all'AFP che l'attuale ceppo virale è all'80% geneticamente identico alla SARS. La Cina ha già condiviso il sequenziamento del genoma di questo nuovo coronavirus con la comunità scientifica internazionale.

Il virus proviene dagli animali, secondo l'Organizzazione Mondiale della Sanità, e il suo epicentro si trova nel mercato cinese di Wuhan. Tuttavia, la Cina sembra aver confermato che il contagio, adesso, avviene da persona a persona. Secondo la dottoressa Nathalie MacDermott del King's College di Londra, sembra probabile che il virus si diffonda attraverso goccioline nell'aria da starnuti o tosse.

Rispetto alla SARS, i sintomi sembrano essere meno aggressivi e gli esperti affermano che il bilancio delle vittime è ancora relativamente basso. Secondo le autorità di Wuhan, 25 delle oltre 200 persone infette in città sono già state dimesse. "È difficile confrontare questa malattia con la SARS", afferma Zhong Nanshan, un noto scienziato della Commissione Nazionale Sanitaria Cinese in una conferenza stampa di questa settimana. "È lieve. Le condizioni del polmone non sono come quelle della SARS."

Tuttavia, anche la natura più mite del virus può causare allarme. Il fatto che il virus sembri più lieve nella maggior parte delle persone è "paradossalmente più preoccupante" in quanto consente alle persone di viaggiare ulteriormente prima che i loro sintomi vengano rilevati, afferma il professor Antoine Flahault, dell'Institute of Global Health dell'Università di Ginevra.