Coronavirus, l'ISS: "No al riuso delle mascherine chirurgiche"

Coronavirus, l'ISS: 'No al riuso delle mascherine chirurgiche'
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In un'audizione tenuta presso la Commissione d'inchiesta sulle attività illecite collegate al ciclo dei rifiuti e su illeciti ambientali, il presidente dell'Istituto Superiore di Sanità Silvio Brusaferro ha fatto il punto sull'utilizzo delle mascherine, ed ha messo in guardia gli italiani dal riutilizzo di quelle chirurgiche.

Brusaferro, nello specifico, ha osservato che "per le mascherine chirurgiche non è consigliato il riutilizzo e neppure il ricondizionamento, mentre può essere preso in considerazione l'uso prolungato". Le ragioni sono da ricercare nel fatto che sono prodotte con materiali diversi, difficilmente sanificabili, non lavabili o riutilizzabili. Il numero uno dell'ISS ha inoltre spiegato che "uno studio in laboratorio ha rilevato parti di virus nella parte interna delle mascherine dopo 7 giorni dall'inoculo". In termini di efficacia delle mascherine chirurgiche, invece, è stato stimato che la mantengono per un periodo di tempo che va da 2 a 6 ore.

"Le maschere di Tipo I, come specificato nella stessa norma, dovrebbero essere utilizzate solo da pazienti e da popolazione per ridurre il rischio di diffusione dell’infezione in caso di epidemia o pandemia e non sono destinate ad essere utilizzate da operatori sanitari tantomeno in sala operatoria o in strutture ospedaliere con requisiti assimilabili" ha ribadito Brusaferro, secondo cui "le maschere di Tipo II hanno lo scopo di evitare che chi le indossa contamini l’ambiente, in quanto limitano la trasmissione di agenti infettivi con la duplice funzione di ridurre il passaggio di saliva e particelle respiratorie verso gli altri e, al contempo, proteggere da eventuali schizzi di sangue e altri materiali potenzialmente infetti, la pelle, la bocca o il naso di chi le indossa. Come specifica la stessa norma UNI EN 14683, è un “dispositivo medico che copre la bocca e il naso fornendo una barriera per ridurre al minimo la trasmissione diretta di agenti infettivi tra il personale e il paziente”.

Tornando al riutilizzo, Brusaferro ha citato uno studio del Robert Koch Institute della Germania, il quale ha sconsigliato la disinfezione delle chirurgiche monouso in quanto "il riutilizzo richiede un ricondizionamento e una manipolazione in condizioni di sicurezza che se non correttamente eseguiti potrebbero aumentare il rischio di infezione".

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