La correlazione tra autismo e vaccini: ecco come nasce una bufala
Di autismo e vaccini se ne sente parlare spesso, talmente tanto che a volte si ha paura. Ci sono stati processi e condanne in entrambe le direzioni, che confermavano o smentivano la correlazione tra i vaccini e l'autismo. Tuttavia, a noi interessa la scienza. Come è nata quella che è, a tutti gli effetti, una bufala?
Anno del signore 1998, tale Andrew Wakefield, medico, pubblica assieme a 12 colleghi del Royal Free hospital di Londra, uno studio che suggeriva un possibile legame tra autismo e vaccino trivalente (per capirci: quello per morbillo, parotite e rosolia). Dove? Sul Lancet, una delle più note e autorevoli riviste di medicina al mondo. Lo è ancora oggi. Lo "studio" comprendeva un totale di ben dodici casi (un numero irrisorio per uno studio scientifico) di bambini con disturbi dello spettro autistico e, in otto casi (di questi dodici) i disturbi erano comparsi circa due settimane dopo la somministrazione del vaccino.
Nel documento si sottolineava come il vaccino in questione potesse essere collegato ad una nuova patologia, l'enterocolite autistica, che comprendeva sintomi tipici dell'autismo (oltre ad altri), ma si affermava anche di non aver trovato la causa che spiegasse cosa provocava tale disturbo (mancava cioè un nesso causale). Perchè mai inventarsi da 0 una balla simile, vi chiederete. Ma per soldi, ovviamente. Infatti Brian Deer, reporter investigativo, scopre pochi anni dopo che prima di pubblicare tale studio, Wakefield aveva richiesto il brevetto per un nuovo vaccino contro il morbillo. Un vaccino pensato per risolvere tutti i problemi inventati che sarebbero emersi nel suo (successivo) studio. L'indagine va avanti: si scopre che i dati erano falsati, che c'era la complicità interessata del padre di uno dei bambini facenti parti dello studio, che il guadagno stimato era (speravano) di 43 milioni di dollari annui. Nel 2010, davanti a prove inconfutabili, Wakefield viene radiato dall'albo.
Le conseguenze però, sono state e rimangono drammatiche. Una volta seminata la paura, eliminarla diventa difficile, se non addirittura impossibile. Una bufala che crea danni non solo a chi ci crede e si mette così a rischio, ma a tutti noi: cala la copertura necessaria all'immunità di gregge (che serve a proteggere anche chi, per motivi medici, non può vaccinarsi); aumenta la spesa pubblica, dovendo curare persone che sarebbero state altrimenti sane. Alcune false correlazioni possono essere socialmente pericolose, specialmente se allarmistiche; si manipolano le persone, facendo leva sulle loro peggiori paure.
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