Cos'è la polvere interstellare? Scopriamo perché è importante studiarla
La comprensione dei meccanismi di formazione della polvere nel gas interstellare potrebbe aumentare le conoscenze degli astronomi ed aiutare gli scienziati dei materiali a sviluppare vantaggiose nanoparticelle. Per questo motivo, ricercatori giapponesi e tedeschi hanno effettuato nuovi studi approfonditi a riguardo. Vediamo cos'hanno scoperto.
Studi di laboratorio, ed in orbita, hanno rivelato nuove informazioni su come questa importante polvere si sia formata addirittura prima del nostro sistema solare. Inoltre, tali risultati, recentemente pubblicati dai ricercatori dell'Università di Hokkaido sulla rivista Science Advances, potrebbero anche aiutare gli scienziati a creare nanoparticelle con applicazioni utili in modi più efficienti ed ecologici.
Secondo gli esperti, la presenza di questi antichissimi granelli può essere trovata nei meteoriti che cadono sulla Terra, consentendo studi di laboratorio atti a rivelare i possibili percorsi della loro formazione.
Il dott. Yuki Kimura, del team di Hokkaido, ha infatti spiegato: "Proprio come le forme dei fiocchi di neve forniscono informazioni sulla temperatura e l'umidità dell'atmosfera superiore, le caratteristiche dei grani presolari, presenti nei meteoriti, ci danno indicazione degli ambienti nel deflusso di gas dalle stelle in cui potrebbero essersi formati".
D'altronde, una migliore comprensione di ciò è fondamentale per saperne di più anche sull'ambiente interstellare in generale. Questo infatti potrebbe, a sua volta, aiutare a chiarire come si evolvono le stelle e come i materiali che le circondano diventano gli elementi costitutivi dei pianeti.
La struttura dei grani sembra suggerire che si sia formato prima il loro nucleo di carburo di titanio e, solo successivamente, sia stato ricoperto da uno spesso strato di carbonio, in zone di deflusso di gas molto più distanti dalle stelle che si sono formate prima del nostro Sole.
I risultati della nuova ricerca hanno anche offerto diverse sorprese, suggerendo che i granuli di polveri, molto probabilmente, si siano formati in quello che i ricercatori chiamano "un percorso di nucleazione non classico". Una serie, cioè, di tre passaggi distinti non previsti dalle teorie convenzionali.
In primo luogo, infatti, il carbonio forma piccoli nuclei omogenei. Successivamente il titanio si deposita su questi nuclei di carbonio per formare particelle di carbonio contenenti carburo di titanio. Infine, migliaia di queste minuscole particelle si fondono per formare il granello più grande.
"Secondo noi, le caratteristiche di altri tipi di grani presolari e solari, che si sono formati nelle fasi successive dello sviluppo del sistema solare, potrebbero essere accuratamente spiegate considerando percorsi di nucleazione non classici, come quelli suggeriti da questo nostro lavoro", ha aggiunto il dott. Kimura.
Rimanendo in tema, sapete che la polvere interstellare sopravvive dopo una supernova?
FONTE: Science Advances
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