Cos'è l'Uncanny Valley, la sensazione di inquietudine quando osserviamo un robot

Cos'è l'Uncanny Valley, la sensazione di inquietudine quando osserviamo un robot
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Nel 1970 Masahiro Mori pubblicò sulla rivista Energy quella che oggi è conosciuta come "zona perturbante" - Uncanny Valley. In poche parole quest'ultima è la sensazione di disagio che si prova quando guardiamo un robot, ma non solo.

Secondo quanto affermato da Mori, e supportato da diversi studi scientifici, se un robot è troppo simile agli esseri umani, si creeranno sentimenti di inquietudine, o addirittura di repulsione. Un esempio di questo effetto di disagio è causato dal robot Ameca, che ha inquietato e perturbato l'interno mondo del web.

Finora, non c'è stata una ragione definitiva per cui sperimentiamo questa sensazione spiacevole, ma ci sono molte spiegazioni plausibili che sono state esplorate ed è molto probabilmente una combinazione di diverse sensazioni. A livello neurologico, secondo alcuni studi, tutto si verifica perché ci sono dei segnali discordanti da parte del cervello.

Un'altra spiegazione arriva addirittura da Sigmund Freud. Nel 1919 il leggendario psicoanalista affermò che le sensazioni discordanti quando una persona osserva un oggetto inanimato realistico come una bambola o una figura di cera (poiché ai tempi non c'erano i robot) insorgono quando c'è il dubbio che qualcosa di inanimato possieda un'anima.

I motivi e le teorie sono tante, ma a questo punto una cosa sembra essere scontata: se un robot fosse indistinguibile da un essere umano l'Uncanny Valley non esisterebbe. Da questo gli scienziati potrebbero partire per cercare di creare degli androidi sempre più realistici.