Cos'è il Vaiolo delle scimmie? C'è da preoccuparsi anche da noi in Italia?

Cos'è il Vaiolo delle scimmie? C'è da preoccuparsi anche da noi in Italia?
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Sono ore, e giorni, di grande impegno quelle che stanno interessando le agenzie sanitarie di tutta Europa, dopo la comparsa di vari focolai di "vaiolo delle scimmie" nel Regno Unito, in Portogallo, in Italia ed in altri paesi del nostro continente. Vediamo insieme di capire di cosa si tratta e quali sono le informazioni delle fonti ufficiali.

Innanzitutto partiamo col dire che il "vaiolo delle scimmie" (o monkey pox) è causato da un virus appartenente al genere Orthopoxvirus nella famiglia Poxviridae, ed è responsabile di una zoonosi virale (la trasmissione tra animale e uomo) che si verifica principalmente nelle aree della foresta pluviale tropicale dell'Africa centrale/occidentale e, solo occasionalmente, viene esportata anche in altre regioni.

Ecco perché è molto raro che si parli di questa forma di vaiolo nel nostro continente, quando però questo avviene, clinicamente parlando, si presenta in genere con febbre, eruzioni cutanee e linfonodi ingrossati, che possono però peggiorare anche in una serie di altre complicazioni mediche.

Il virus Monkeypox viene trasmesso da una persona all'altra per stretto contatto attraverso lesioni, fluidi corporei, goccioline respiratorie e materiali contaminati. Solitamente, è una malattia autolimitante con sintomi che durano dalle 2 alle 4 settimane, che assomiglia molto al vaiolo "classico", eradicato già nel lontano 1980.

Fortunatamente, i vaccini utilizzati durante quel programma di eliminazione hanno anche fornito protezione contro il vaiolo delle scimmie pur continuando, negli anni, lo sviluppo di terapie mirate espressamente per il Monkeypox, come quello di un agente antivirale specifico.

Come detto in precedenza, è un virus endemico africano quindi è molto raro ritrovarsi di fronte alla comparsa di focolai alle nostre latitudini. Ragion per cui la conferma di diversi casi di "vaiolo delle scimmie" ha da subito allertato le autorità sanitarie di molte nazioni europee.

Finora "l'epidemia" è molto piccola: circa 80 casi sospetti, di cui 9 in Inghilterra, 23 in Spagna e 3 in Italia. Ci sono anche conferme in Portogallo, Svezia e Francia. Addirittura, ma da verificare, sono stati segnalati anche alcuni casi negli Stati Uniti.

Attualmente i funzionari sanitari dell'ECDC (il Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie) non hanno ancora un'idea certa di dove le persone abbiano contratto il virus, mantenendo alta l'attenzione che il virus possa diffondersi attraverso la comunità o addirittura con nuova via di trasmissione.

Ad esempio, Susan Hopkins, dell'Agenzia per la sicurezza sanitaria del Regno Unito, ha affermato: "Questo focolaio è raro ed insolito. Come, e dove, esattamente dove le persone abbiano acquisito tale infezioni rimane sotto indagine urgente".

La virologa Angie Rasmussen, del Vaccine and Infectious Disease Organization, ha aggiunto in un tweet: "Presumibilmente si tratta di una diffusione da un caso importato".

In Italia, Francesco Vaia, direttore generale dello Spallanzani (dove sono sotto osservazioni i primi casi), ha affermato: “Il primo messaggio da dare è nessun allarme, ma attenzione. Abbiamo tre pazienti positivi al vaiolo delle scimmie, il virus sarà isolato già ad inizio settimana”.

Per maggiori informazioni vi rimandiamo direttamente al nostro Ministero della Salute.

A proposito di questa malattia virale, sapevate che il vaiolo esisteva anche durante l'era vichinga? Ma si deve al Edward Jenner la scoperta di un vaccino nel 1796.

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