Cosa accadrebbe se domani scoppiasse una guerra nucleare? Ce lo spiega un climatologo

Cosa accadrebbe se domani scoppiasse una guerra nucleare? Ce lo spiega un climatologo
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Alan Robock è un distinto professore della Rutgers University, nel New Jersey, insegna alla facoltà di scienze ambientali e ci ha fornito una dettagliata descrizione di ciò che accadrebbe nel caso in cui scoppiasse una guerra nucleare ai giorni nostri.

Il 6 agosto del 1945, la città giapponese Hiroshima venne travolta dalla bomba atomica statunitense chiamata "Little Boy", solo tre giorni dopo un'altra bomba mise fine ad uno spaventoso numero di vite umane, questa volta a Nagasaki. Le vittime, quasi tutti civili, ammontano intorno ai duecentomila. La bomba atomica, più tecnicamente bomba a fissione nucleare, fu utilizzata per la prima e ultima volta durante la seconda guerra mondiale, i motivi sono molto semplici: l'ordigno oltre a infliggere danni diretti, ne causa anche di indiretti che si protraggono a lungo nel tempo.

Alan Robock si è interessato all'ipotetico scenario che vede la Russia e gli Stati Uniti coinvolti in una guerra nucleare, visto che mancano solo 100 secondi alla fine del mondo secondo l'orologio dell'apocalisse. Il climatologo ha descritto una terrificante visione alla Fox News.

Secondo Robock, le persone all'interno del raggio dell'esplosione verrebbero completamente cancellate ma, come se questo non bastasse, anche le zone non colpite direttamente avvertirebbero del "dolore". Il fumo prodotto dall'esplosione impregnerebbe quasi del tutto l'atmosfera, inquinando l'aria e impedendo alla luce del sole di raggiungere il suolo per oltre cinque anni. L'uomo, sostiene che le temperature diventerebbero nettamente più fredde, con poca luce e poca pioggia ma con una gran quantità di radiazioni ultraviolette, i principali responsabili dell’invecchiamento della pelle.

Una guerra nucleare causerebbe persino un calo generale delle temperature globali, anche di 9 gradi Celsius e tutto questo nell'arco di un solo anno. A causa dell'anidrite carbonica gli oceani diventerebbero acidi, disintegrando la fauna marina. Per ultimo, ma non certo meno importante, la sopravvivenza umana: nell'ottica di un disastro del genere sarebbe difficile se non impossibile produrre cibo.

Oggi potrebbe essere complicato comprendere a pieno quanto gli esiti di fenomeni del genere possano provare l'ecosistema e non ci è possibile neppure empatizzare sinceramente con i civili che in quei giorni, purtroppo, si trovarono nel posto sbagliato, al momento sbagliato e nell'alleanza sbagliata. Possiamo, tuttavia, cercare di migliorare noi stessi per creare una società meno avida, più rispettosa verso il prossimo ed ecologicamente sostenibile.