Cosa c'entrano Apple e Google con i guai di Twitter? Parla un ex-dirigente

Cosa c'entrano Apple e Google con i guai di Twitter? Parla un ex-dirigente
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Twitter potrebbe non durare a lungo, ora che gran parte della sua forza-lavoro se ne è andata. Molti stanno incolpando il nuovo CEO dell'azienda, Elon Musk, per il fiasco delle ultime settimane del social network, ma alcuni dirigenti non sarebbero d'accordo: le colpe, infatti, sarebbero da attribuire ad Apple e Google, almeno in parte.

Yoel Roth, ex-direttore della sezione Trust and Safety che ha rassegnato le dimissioni da Twitter la scorsa settimana, ha infatti parlato dei problemi dell'azienda in un'intervista al New York Times, spiegando che essi sarebbero in larga parte legati alle policy di Apple e Google per i rispettivi marketplace di app digitali.

In particolare, secondo Roth l'obiettivo di Musk, che sarebbe quello di trasformare Twitter in una nuova piattaforma basata sul free speech e sulla tutela di ogni forma di libertà di parola (comprese quelle più controverse), non potrebbe mai essere raggiunto senza l'opposizione di Apple e Google. Ciò dipenderebbe dalle policy dei rispettivi App Store, che non permettono la pubblicazione di contenuti social privi di moderazione e dove ogni tipo di contenuto viene accettato e pubblicato.

Addirittura, Roth spiega che "è per questo motivo che ho scelto di lasciare la compagnia. Le politiche di Twitter sono definite da degli editti unilaterali [di Apple e Google] che perciò ci impongono di guardare davvero poco alla sicurezza dei nostri utenti e alle funzioni dedicate al suo sviluppo, perché sono queste linee guida a imporci di muoverci in determinati modi".

Il problema, qui, starebbe tutto nella moderazione dei contenuti di Twitter: Apple e Google impongono degli standard stringenti di moderazione per i social network che vogliono essere pubblicati via App Store e Play Store, e la "revisione" che Musk vorrebbe apportare alla sua piattaforma potrebbe non raggiungere tali standard. Per questo, secondo Roth "Twitter dovrà bilanciare gli obiettivi del suo nuovo proprietario con la realtà pratica della vita sull'Internet di Apple e Google: non sarà una cosa facile per gli impiegati che decideranno di rimanere".