Cosa hanno scoperto gli scienziati studiando (illegalmente) il cervello di Einstein?

Cosa hanno scoperto gli scienziati studiando (illegalmente) il cervello di Einstein?
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Albert Einstein sarà ricordato grazie alle sue incredibili intuizioni nell'ambito della relatività. Il genio prima di morire espresse la volontà di essere cremato, ma il medico che effettuò l'autopsia, il Dr Thomas Harvey, rimosse il cervello di Albert e lo tenne con sé per 45 anni.

Per la maggior parte di questo tempo, la materia grigia del padre della relatività è stata tenuta in un barattolo. Ad Harvey venne dato il permesso di studiare l'organo proprio dal figlio di Albert - nonostante non fosse molto d'accordo - che acconsentì in nome della scienza.

Harvey si occupò personalmente del cervello, supervisionando la divisione e la conservazione, trasformandolo in 240 blocchi e 12 serie di 200 vetrini presso l'Università della Pennsylvania a Filadelfia. Durante lo studio il medico si rese conto che la materia cerebrale non aveva nulla di speciale, ma tenne lo stesso tutti i campioni al sicuro fino al 2004, quando vennero consegnati all'University Medical Center di Princeton.

Prima di questa data, solo pochi "eletti" ricevettero per posta pezzi di cervelli di Einstein, come Marian Diamond dell'Università della California Berkeley, all'interno di un irrispettoso barattolo di maionese vuoto. La scienziata scoprì all'interno della materia grigia una percentuale più alta di cellule gliali, in particolare nei tessuti ritenuti coinvolti nelle immagini e nel pensiero complesso, secondo un suo studio pubblicato nel 1985.