Cosa succede ai vostri iPhone dopo la permuta? Un video lo spiega

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Con il mercato degli smartphone usati in crescita e Apple a fare da apripista, con i suoi iPhone, per l'impennata delle vendite dei telefoni usati, qualcuno potrebbe chiedersi che fine faccia il proprio iPhone dopo averlo restituito ad un Apple Store tramite una permuta. Un nuovo video ci svela il destino dei device "trade-in".

Il "trade-in", o permuta in italiano, è una prassi sempre più comune per Apple, che punta a mantenere la propria clientela più affezionata promettendo, nel caso dell'acquisto di un nuovo iPhone, di fornire uno sconto (talvolta anche ingente) a chi riporta il proprio vecchio Melafonino ad un Apple Store o a un negozio convenzionato. Qui, l'iPhone viene ritirato e...

Rivenduto immediatamente? Restituito alla casa madre? Buttato? Finora non c'è mai stata chiarezza a riguardo, ma un video del Wall Street Journal fa luce sulla questione. La reporter del WSJ Joanna Stern ha scoperto che il processo di permuta di un iPhone ha quattro step ben definiti:

  1. La cancellazione dei dati
  2. La pulizia
  3. La valutazione
  4. Il kitting (ovvero la preparazione per la rivendita, con una nuova scatola e nuovi accessori)

Il video spiega che i "due terzi dei telefoni che arrivano nei magazzini di USMP [l'azienda specializzata nel servizio di rivendita di smartphone usati a cui si appoggia anche Apple; ndr] vengono ripuliti dei dati degli utenti, restaurati e venduti ai rivenditori terzi, spesso all'estero. Il restante terzo finisce alla compagnia-sorella "Back in the Box", che li ripara più approfonditamente, li appronta per la vendita e li distribuisce in blocco a compratori su Amazon e su altri mercati di seconda mano".

La fase di valutazione indica a quanto può essere venduto lo smartphone offerto in permuta presso un Apple Store o un negozio terzo. Per esempio, un iPhone 11 in buone condizioni viene ri-comprato da Apple al prezzo di 200 Dollari e, dopo il processo di restauro, viene rivenduto da USMP o dai suoi partner a 350 Dollari.

Un sovrapprezzo di 150 Dollari, che però non rappresenta solo guadagni per l'azienda. Il CEO di Back in the Box, Ari Marinovsky, infatti, ha spiegato sempre al WSJ che "questo prezzo fornisce agli utenti uno sconto onesto. Inoltre, dà abbastanza margine alle aziende coinvolte nel riciclo degli smartphone, pari al 10-15% del totale. Un alto 10-15% va alla forza-lavoro impegnata nei processi di "refurbishing", e poi c'è la quota dell'azienda che ci vende il prodotto ottenuto in permuta".