Costruire l'equivalente di una stazione spaziale nell'abisso? C'è chi lo sta realizzando!

Costruire l'equivalente di una stazione spaziale nell'abisso? C'è chi lo sta realizzando!
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Il nipote del famosissimo esploratore oceanico Jacques-Yves Cousteau, scrittore de "Il mondo silenzioso: una storia di scoperta e avventura sottomarina", di cui ne fece anche un adattamento cinematografico, Fabien Cousteau, ha annunciato di voler costruire una stazione subacquea.

Cousteau avrebbe intenzione di costruire, nell'abisso, un laboratorio di oltre 1200 metri quadrati a cui assegnerà il nome di Proteus, lo spazio garantirà la presenza di un team composto da ben 12 persone, il tutto grazie all'aiuto del progettista Yves Béhar, l'imprenditore e fondatore di Fuseproject. La peculiarità del modello presentato da Béhar sta nel numero di sporgenze sferiche attaccate alla struttura. Ad ognuno di questi piccoli impianti sarà assegnato un lavoro specifico, come ad esempio quello di ospitare gli alloggi degli scienziati.

Proteus sarà il palcoscenico di qualcosa mai visto sotto la superficie del mare: la prima serra subacquea al mondo, dove saranno coltivati gli alimenti che gli abitanti del laboratorio consumeranno. Chiaramente non è possibile delineare già da adesso ogni spazio e la sua funzione, infatti Cousteau ha affermato che serviranno almeno 3 anni per la sua costruzione, salvo imprevisti. Sostiene anche che lo studio degli oceani sia nettamente superiore, in una scala d'importanza, a quello dello spazio. Secondo Fabien è necessario, sopratutto, al fine di conservare la nostra specie.

Non è un segreto che l'esplorazione spaziale benefici di molti più fondi rispetto a quella oceanica, di fatto solo il 5% degli oceani della Terra è stato effettivamente perlustrato dagli uomini, mentre il 20% è stato soltanto mappato.

Cousteau è qualcuno che può dire senza vergogna di aver vissuto l'oceano come pochi al mondo, cresciuto sulle navi del nonno e sotto la sua scuola ha assimilato e reso propri i valori del mare, forse anche in sua memoria cerca di compensare quanto possibile al disastro ambientale di cui noi tutti siamo interpreti.