È stato creato il materiale fluorescente più brillante al mondo
INFORMAZIONI SCHEDA
La fluorescenza è quel fenomeno intrinseco di alcuni materiali di ri-emettere la luce assorbita per un determinato periodo di tempo. L’applicazione di una tale caratteristica può tornare fondamentale in molti campi, e alcuni chimici dell’università dell’Indiana e di Copenaghen hanno creato uno dei materiali più brillanti in assoluto.
Lo studio pubblicato su Cell ha come oggetto la creazione di un particolare materiale capace di mantenere le sue proprietà altamente fluorescenti anche dopo essere stato lavorato, cioè dopo una lavorazione in uno stato solido o liquido. I pigmenti fluorescenti fin ad oggi esistenti – che siano artificiali o di origine naturale – spesso presentano l’inconveniente di “sporcarsi” facilmente e di intaccare la propria luminosità interagendo con i materiali circostanti. Spesso la normale attività luminescente è rovinata nel corso del tempo, rendendo inevitabilmente meno intenso l’effetto fluorescente.
Il nuovo materiale invece si prefigge come assolutamente unico, capace di trasferire la quasi totalità delle sue proprietà a qualunque materiale solido o liquido con il quale possa interfacciarsi. I chimici che vi hanno lavorato hanno spiegato che ciò è possibile grazie ad una nuova serie di sostanze denominate “reticoli di isolamento ionico a piccole molecole (SMILES)”. Sono sostanzialmente delle molecole macrocicliche che – mediante una complessa tecnica di disaccoppiamento catalizzata dal “Cyanostar” (un altro macrociclo sintetico) – vengono separate dai pigmenti, proteggendo questi ultimi da qualsiasi contaminazione durante la lavorazione.
La foto che vedete in calce riporta alcuni di questi semplici oggetti creati con una stampante 3D, portando gli addetti ai lavori a domandarsi quali siano le reali limitazioni del loro lavoro: potrebbero esserci applicazioni virtualmente infinite. Si pensi – per esempio – all’utilità nel campo del fotoelettrico, nella costruzione di celle fotovoltaiche più performanti, nella medicina e nel “bio-imaging” e persino nella costruzione di vetri fotocromatici.
FONTE: SCIENCEALERT
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