Crisi dei chip, la luce in fondo al tunnel: le scorte aumenteranno da metà 2022

Crisi dei chip, la luce in fondo al tunnel: le scorte aumenteranno da metà 2022
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Nonostante le più recenti dichiarazione di ASML sulla produzione dei chip lascino pensare che la crisi dei semiconduttori continuerà ancora a lungo, un nuovo report sembra suggerire l'esatto opposto, ovvero che le scorte di chip potrebbero aumentare già nella seconda metà del 2022.

Il report in questione è stato pubblicato da Counterpoint Research, le cui analisi sono generalmente considerate piuttosto affidabili, e si concentra sul rapporto tra domanda e offerta nell'elettronica di consumo, con particolare riferimento ai produttori cinesi. Nello specifico, l'analisi sembra prendere le mosse dal recente lockdown della città di Shanghai, che secondo alcune fonti dell'industria potrebbe danneggiare in modo considerevole la produzione globale di smartphone, laptop e componenti per l'informatica.

Secondo Counterpoint, invece, il lockdown causerà ritardi solo marginali nelle consegne dei prodotti realizzati a Shanghai. Al contrario, un dato estremamente positivo sarebbe la riduzione della forbice tra domanda e offerta dei chip e, latamente, dei prodotti lavorati che li contengono. Ciò sarebbe dovuto sia all'aumento della produzione dei principali chipmaker su scala globale, sia alla riduzione della domanda di dispositivi informatici dopo il boom registrato con l'inizio della pandemia.

Il ricercatore William Li, in particolare, spiega che "insieme all'espansione della produzione dei wafer e alla diversificazione dei produttori, stiamo vedendo anche dei significativi miglioramenti nella disponibilità di scorte delle componenti, almeno dall'inizio del primo trimestre del 2022". L'analisi, in particolare, sembra riferirsi a chipset legati al 5G, ai processori per PC e smartphone e ad altri sensori per device di consumo, che fino allo scorso anno sono stati quasi introvabili.

Li, inoltre, sembra anche ridimensionare l'importanza della guerra in Ucraina dal punto di vista della produzione elettronica, spiegando che prezzi e disponibilità dei chip non sono stati intaccati dal conflitto, o quantomeno non lo sono stati così duramente quanto ci si sarebbe aspettati nei primi giorni dall'inizio dei combattimenti. La previsione di Counterpoint, comunque, è per il momento una delle più ottimiste tra quelle pubblicate nelle ultime settimane, perciò non possiamo che consigliarvi di prenderla con la dovuta cautela.