Crisi dei chip, la fine del tunnel si allontana: altri problemi produttivi per TSMC
Dopo avervi raccontato le previsioni sul futuro dell'industria dell'elettronica di TSMC, emerge oggi un dato preoccupante relativo al colosso taiwanese ed a molti altri chipmaker sparsi in tutto il mondo. A quanto pare, infatti, gli sforzi di ampliamento produttivo di TSMC sarebbero stati vanificati da altri problemi di scorte.
Proviamo a fare chiarezza: a causa dell'imperversare della crisi dei semiconduttori su scala globale, molti produttori di chip hanno deciso di aumentare il proprio output produttivo in modo da soddisfare la domanda di tutti i propri clienti e di un mercato dove la richiesta di dispositivi tecnologici è in crescita. L'obiettivo dei chipmaker era quello di garantire quantità sempre maggiori di componenti a prezzi sempre più bassi grazie alle economie di scala.
Tra gli altri, anche TSMC, la più grande fonderia del pianeta, ha avviato importanti progetti di espansione negli ultimi mesi. Tuttavia, stando a quanto riporta Nikkei Asia, i tempi di costruzione dei nuovi impianti di TSMC e degli altri chipmaker si potrebbero dilatare di un anno e mezzo o di addirittura due anni a causa dei ritardi nelle consegne di macchinari necessari all'avvio delle nuove catene produttive.
Ciò significa che anche i piani per alleviare la crisi dei chip avranno inizio solo tra un paio d'anni, spostando l'asticella della presunta uscita dalla situazione attuale dalla fine del 2022 alla fine del 2024, a parità di altri fattori. Oltre a TSMC, anche Applied Materials, KLA, Lam Research e ASML si aspettano tempi di consegna prolungati di 18 mesi per i propri macchinari, ed hanno già avvisato i propri partner di aspettarsi una fornitura di chip ridotta fino ad allora.
Nikkei riporta che ciò potrebbe prolungare la crisi degli approvvigionamenti in praticamente ogni branca dell'elettronica di consumo e persino in altri settori, mentre i problemi di fornitura dei macchinari sarebbero a loro volta causati dalla mancanza di lenti, valvole, pompe, microcontrollori, plastiche e persino moduli elettronici. È probabile che i ritardi possano anche mettere a rischio gli sforzi di miniaturizzazione dei chip: per esempio, TSMC vorrebbe produrre chip a 2 nm a partire dal 2025, ma la situazione contingente sembra rendere impossibile per l'azienda raggiungere tale traguardo.
FONTE: Gizmochina
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