La Crociata che vide coinvolti migliaia di bambini: leggenda o realtà?

La Crociata che vide coinvolti migliaia di bambini: leggenda o realtà?
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Sembra una strana coincidenza, ma tutto ebbe inizio nel 1212 quando un bambino di soli 12 anni, Stefano, raggiunse Parigi dalla sua città natale, Cloyes-sur-le-Loir con un seguito di suoi coetanei per chiedere al re di Francia di concedere loro il permesso reale per condurre una crociata a Gerusalemme.

Filippo II di Francia, l'allora sovrano, negò ai bambini la possibilità di partire per un viaggio così pericoloso. Riferendosi ai teologi parigini, la presunta apparizione del fanciullo che lo vedeva incaricato da Dio per condurre una crociata venne considerata "falsa". Di conseguenza, il viaggio verso Parigi risultò inutile.

Stefano e i bambini, però, non si arresero. Predicando davanti all'abbazia di Sait-Denis raccolsero un discreto numero di bambini, affascinati anche loro dai sormoni del ragazzo e si unirono a lui in una precisa missione: partire verso Marsiglia per vedere se Stefano fosse veramente un mandato da Dio.

L'inizio di questo viaggio e di questa presunta crociata non venne mai legittimata dal papa, al tempo Innocente III, quindi non sarebbe storicamente corretto definirla tale. Eppure, molte cronache ne parlano con questi termini, forse per la portata eccezionale che ebbe.

La crociata dei fanciulli, portata avanti da ragazzi privi di qualsiasi arma e unicamente speranzosi di raggiungere la Terra Santa e convertire magicamente tutti i musulmani, vide la divisione in due gruppi: uno francese, guidato da Stefano di Cloyes, e uno tedesco, guidato da Nicola di Colonia.

Per quanto riguarda Stefano di Cloyes, alcuni testi spiegano che il ragazzo raccolse intorno a sé 30,000 persone. Non si sa se tutti questi presunti seguaci lo seguirono fino a Marsiglia. E' molto probabile che molti abbandonarono la causa e ritornarono indietro. E' innegabile, comunque, che qualcuno rimase e aspettò che il miracolo promesso dal ragazzo si avverasse. Il destino, però, di questi pochi ragazzi fu alquanto triste. Alcuni mercanti marsigliesi si proposero di accompagnarli a Gerusalemme. Tuttavia, le navi furono colpite da una tempesta e la maggior parte dei passeggeri morì. I pochi superstiti, invece, vennero consegnati a mercanti schiavisti.

Nel mentre, anche il giovane Nicola di Colonia raccolse un numeroso gruppo di seguaci, suoi coetanei, per iniziare una crociata auto-proclamata. L'obiettivo, al contrario del bambino francese, era quello di seguire le vie mercantili che collegavano l'Europa settentrionale con le principali aree commerciali italiane. Tuttavia, l'iniziativa venne osteggiata dallo stesso clero tedesco, intimorito dal fatto che molti fedeli cominciavano a riporre più fiducia in dei ragazzini piuttosto che nelle loro diocesi. Nicola, comunque, proseguì il suo viaggio - ispirando forse la favola de "Il pifferaio magico". Molti non riuscirono a sopravvivere il passaggio tra le Alpi e morirono o di stenti o di ipotermia. I superstiti raggiunsero Genova: qui alcuni cercarono di prendere delle navi per Gerusalemme, altri cominciarono a risiedere nella città marittima.

Vi sono dei testi che affermano che alcuni proseguirono non verso Gerusalemme, bensì verso Roma per inchinarsi di fronte al papa e chiedergli di emettere una bolla papale che concedesse loro il riconoscimento di crociati. Bisogna ricordare che il titolo di "crociato" comportava l'acquisizione di diritti e privilegi che non a tutti erano garantiti.

Nel 1977 questa narrazione è stata messa in discussione. Lo storico Peter Raedts ha ipotizzato che la non-riconosciuta "crociata dei fanciulli" altro non è che una leggenda. In realtà furono un gruppo di persone povere che provarono ad unirsi in un tentativo di ridare a se stessi speranza dopo la sconfitta della prima crociata.