DDL Fake News: è scontro. Ma il NYT lancia l'allarme: "Italia prossimo obiettivo"

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Nella giornata di ieri, su queste pagine abbiamo parlato dei provvedimenti che il Legislatore starebbe pensando di adottare contro le fake news, sotto proposta dei partiti, e delle normative per evitare un clima simile a quello creatosi negli Stati Uniti durante la campagna elettorale dello scorso anno.

Dal Partito Democratico emergono opinioni contrastanti: il Segretario Matteo Renzi sostiene che non ce n'è bisogno, mentre il presidente Matteo Orfini è dubbioso, ma nel frattempo il Foglio è riuscito a mettere le mani sul DDL che c'è, ma ancora non è stato depositato e che, realisticamente, non vedrà la luce nel corso della legislatura che si sta per chiudere.

Nel DDL si legge che “l'obiettivo del provvedimento è quello di limitare fortemente la pubblicazione e la circolazione di contenuti che configurino delitti contro la persona e alcune altre gravi fattispecie di reato che potremmo definire complessivamente come delitti contro la Repubblica. Questi ultimi vanno dall'istigazione a delinquere alla propaganda all'odio razziale, dai reati con finalità di terrorismo ai reati di frode e falsificazione di documenti e comunicazioni informatiche. L'obiettivo è quello di indurre i fornitori di servizi di social network a costruire sistemi, procedure ed organismi di autoregolamentazione e controllo dei contenuti veicolati dalle proprie piattaforme, capaci di contrastare la pubblicazione di contenuti illeciti e di diminuire sensibilmente l'entità e la diffusione dei danni provocati da tali crimini”, e proprio a tal proposito, come vi avevamo preannunciato ieri, sono previste delle modifiche ed obblighi per i fornitori di servizi sociali, tra cui "1) la predisposizione di una procedura efficace e trasparente, accessibile a tutti gli utenti, per la gestione dei reclami relativi a contenuti illeciti che configurano alcuni gravi delitti contro la persona e contro la Repubblica; 2) la rimozione o il blocco di tali contenuti entro un tempo definito; 3) la pubblicazione ogni sei mesi di un dettagliato rapporto concernente la gestione dei reclami ricevuti per contenuti apparsi sulle proprie piattaforme. Il rapporto pubblicato sulla home page del social network deve essere facilmente individuabile, direttamente accessibile e permanentemente disponibile". In caso contrario sono previste sanzioni da "cinquecentomila a cinque milioni di Euro", per i social network, ovviamente.

Il New York Times, nel frattempo, quando mancano sempre meno mesi alla Campagna Elettorale in vista delle politiche, ha lanciato l'allarme, sostenendo che l'Italia potrebbe essere il prossimo obiettivo delle campagne di destabilizzazione messe in atto già altrove e sostiene che Facebook avrebbe rassicurato i funzionari italiani, al punto che il social network di Mark Zuckerberg starebbe anche pensando di mettere una vera e propria task-force di fact-checkers per affrontare il problema prima delle elezioni. Dichiarazioni a cui non ha fatto eco Facebook.

Nel frattempo, sulla questione è intervenuto anche il Movimento 5 Stelle, che era stato accusato da Renzi qualche giorno fa, e che attraverso un post pubblicato sul blog ufficiale di Beppe Grillo ha affermato che quello dei Pentastellati "un network enorme che ha più di dieci milioni di like e raggiunge ogni giorno milioni di italiani nella massima trasparenza ed è composto da persone fisiche facilmente rintracciabili e pubbliche".