Decifrata la più antica mappa conosciuta delle stelle di Ipparco

Decifrata la più antica mappa conosciuta delle stelle di Ipparco
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Pare che sia stato finalmente trovato il catalogo stellare dell’astronomo greco Ipparco (190-120 a.C.), ovvero la più antica mappa spaziale della storia umana. Il manoscritto è stato trovato nel monastero greco-ortodosso di Santa Caterina, nella penisola del Sinai, in Egitto.

La pergamena in questione è stata riutilizzata più volte, dato che sono stati sovrascritti testi siriaci del X-XI secolo. Ha subito, quindi, una gran lavoro di “riciclo”, basato sulla raschiatura della carta, al fine di cancellare i caratteri che erano stati scritti originariamente sulla fonte.

Nel 2012, il dottor Peter Williams, dell’Università di Cambridge, ha coordinato i suoi studenti nello studio delle pagine, quando uno di questi trovò un passaggio in lingua greca, attribuito all’astronomo e poliedrico Eratostene. I testi sono stati poi rianalizzati avvalendosi dell’imaging multispettrale, di fotografie con differenti lunghezze d’onda della luce e di algoritmi capaci di combinare le immagini, al fine di migliorare la visione del testo nascosto.

Oltre a ricavare delle fonti mitiche, circa la genesi delle stelle, Williams trovò delle antiche coordinate stellari, che sottopose all’attenzione del Centro nazionale di ricerca scientifica francese (CNRS), di Parigi. Il modo in cui appaiono le stelle dal pianeta Terra cambia ogni 75 anni, in quanto la loro posizione si sposta di 1°; sulla base di questa osservazione, gli esperti hanno calcolato le caratteristiche del cielo notturno dell’anno indicato nella pergamena (129 a.C.), ottenendo così il leggendario Catalogo delle Stelle di Ipparco.

Molte fonti narrano di questo illustre studioso all’opera di una classificazione degli astri, ma non sono state mai trovate trascrizioni precedenti di questo lavoro. Tycho Brahe suggerì che Tolomeo avesse rubato il lavoro di Ipparco, giusto per farvi comprendere la monumentalità di quest’opera nella storia.

Il nuovo frammento lo rende molto, molto più chiaro. Questo Catalogo delle Stelle che è stato identificato dalla letteratura come un qualcosa di astratto è diventato molto più concreto”, afferma Mathieu Ossendrijver, storico dell'astronomia presso la Libera Università di Berlino. La squadra spera che la tecnica di imaging venga utilizzata su ulteriori testi, comprese le migliaia di altre pergamene riutilizzate nelle biblioteche di tutta Europa, rivelando forse più coordinate stellari da studiare.

Sapevate, invece, della - ben più moderna - mappa dei buchi neri super massivi?