Trovato il più grande deposito di imbalsamazione dell'intero Egitto: è una tomba

Trovato il più grande deposito di imbalsamazione dell'intero Egitto: è una tomba
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Come ogni esercito che non-si rispetti, direbbe Machiavelli, anche l’Antico Egitto si serviva spesso e volentieri di forze militari assoldate ad hoc. Molto di questi soldati vengono ricompensati con ogni mezzo, anche tombe sfarzosissime. Ciò è anche testimoniato dalla recentissima scoperta degli archeologi: una tomba di 2.600 anni fa.

Apparteneva ad un uomo di alto rango, nello specifico egli era comandante dei mercenari stranieri. Il suo nome è "Wahibre-mery-Neith", ma probabilmente non avete nemmeno provato a pronunciarlo. La particolarità di questa tomba è che ospita ben più 370 vasi di ceramica, i quali contengono materiali impiegati nella mummificazione. Questo rende la struttura “il più grande deposito di imbalsamazione mai trovato in Egitto”, così affermano i ricercatori che hanno scoperto il sito, a pochi chilometri a sud di Saqqara.

Per chi mastica ormai questo genere di notizie, concernenti il ritrovamento di ricche tombe in Egitto, immagina già che non è giunto ai giorni nostri tutto il corredo funebre, a causa dei soliti profanatori di tombe. Quest’ultimi, infatti, avrebbero rubato anche la stessa mummia di Wahibre-mery-Neith, come se la decadenza naturale di questi corpi non rappresenti già un'ostacolo. Siamo riusciti a raccogliere qualche informazione anagrafica grazie ai geroglifici incisi sul sarcofago.

Nel suo ruolo di comandante delle truppe mercenarie dell'antico Egitto, Wahibre-mery-Neith avrebbe "supervisionato e comandato mercenari provenienti dalle isole dell'Egeo e dall'Asia Minore", afferma la squadra di archeologi. Probabilmente l’uomo visse a cavallo fra la XXVI e XXVII dinastia egiziana, cioè tra il VI e il V secolo a.C., anni in cui l’Egitto indipendente viene conquistato dall’Impero persiano.

Nonostante il ruolo di gestione di una componente straniera delle forze belliche, Wahibre-mery-Neith sembra essere di "discendenza locale", secondo il suo nome e i manufatti trovati nella sua tomba, così afferma Miroslav Bárta, il direttore degli scavi in Egitto. Ora rimane da risolvere solo un enigma: cosa ci facevano quei vasi di ceramica, con tutto quel materiale da imbalsamazione, in una tomba per un solo uomo?