
Il detenuto addormentato: in Italia il misterioso caso di cui tutti parlano
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Avete sentito parlare del "detenuto che dorme sempre"? Vediamo il caso insolito che negli ultimi giorni sta facendo molto discutere. Sta realmente fingendo o è gravemente malato?
Nonostante oramai si possa finire in carcere ingiustamente a causa di un’I.A., questa volta parliamo di una storia molto diversa. Si tratta di un giovane detenuto pakistano di 28 anni che trascorre ormai da oltre 4 mesi, il suo tempo a dormire in una sorta di condizione di perenne torpore. A dare la notizia è stata l'associazione Antigone in prima linea per la tutela dei diritti nel sistema penitenziario, che già da tempo aveva segnalato la particolare situazione.
Lo scorso giugno, infatti, gli osservatori dell’associazione, avevano incontrato il giovane all'interno del carcere di Regina Coeli. Immediatamente fecero partire la denuncia nonché una vera e propria richiesta di aiuto nei suoi confronti.
Bisogna sottolineare che la "diagnosi" posta da Regina Coeli è quella di un'accurata simulazione da parte del ragazzo, tuttavia l'associazione Antigone sembra essere decisamente contraria affermando che: "Non si possono simulare mesi e mesi di coma apparente."
Come se tutto ciò non bastasse, il giovane indossa perennemente un pannolone ed un catetere quotidianamente svuotato da un infermiere, che provvede anche a fargli deglutire meccanicamente del cibo liquido. Inoltre, non solo non risponde ad alcuno stimolo, ma durante le udienze in tribunale, viene condotto in aula su di una barella, continuando a "dormire".
Alla luce di queste rivelazioni, il detenuto è stato trasferito nel grande centro clinico del carcere di Secondigliano a Napoli affinché vengano effettuate delle visite principalmente di natura neurologica per andare a fondo a quello che molto probabilmente potrebbe essere un grave problema.
L'associazione Antigone ha tenuto a precisare che: "È importante identificare la malattia specifica del ragazzo per poter intervenire correttamente. Trattandosi di sindromi molto rare servono neuropsichiatri esperti. Le autorità penitenziarie di Secondigliano si sono mostrate molto disponibili e ci stanno aiutando a creare questo ponte tra medici."
Questa volta non si tratterebbe dunque di un bug che fa rimanere in cella le persone più del previsto, ma di una condizione tale da condurre un ragazzo in uno stato di coma apparente. La domanda a questo punto sorge spontanea: Si può realmente parlare di simulazione?
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