Ti diamo la possibilità di guardare negli occhi una donna dell'età della pietra

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Immaginate avere una fotografia di Giulio Cesare, di Alessandro Magno o Ciro il Grande, sarebbe davvero straordinario vedere il vero volto degli uomini antichi che hanno fatto la storia... Ma, per il momento, “ci dobbiamo accontentare”: oggi siamo capaci di dare un volto ad esseri umani vissuti 5.700 anni fa e scoprire com’erano fatti.

Oggi vi parliamo della “donna Penang”, ovvero i resti di un cadavere scoperto nel 2017 a Guar Kepah, un sito neolitico situato a Penang, nel nord-ovest della Malesia, da un gruppo di archeologi dell'University Sains Malaysia (USM). In loco furono scoperti la bellezza di 41 scheletri. La datazione delle ossa della donna è stata possibile grazie ad analisi al radiocarbonio delle conchiglie, rinvenute attorno ai resti del corpo. Si è stabilito che l’essere umano visse durante il Neolitico, un periodo che andò dall'8.000 al 3.300 a.C. nella regione.

Cicero Moraes, un esperto di grafica brasiliano, ha lavorato insieme ai ricercatori dell’USM, per ricostruire approssimativamente la faccia della “donna Penang. Si è avvalso sia della tomografia computerizzata del cranio dello scheletro, sia delle immagini 3D dei malesi moderni. Moraes ha descritto l'accuratezza dell'approssimazione come "significativa", ma ha avvertito che non è una replica esatta della donna.

Questa nuova informazione porta gli archeologi un passo avanti nel delineare un'immagine migliore della donna i cui resti sono stati portati alla luce in una delle tre discariche di conchiglie (dove gli antichi scartavano conchiglie, ossa e altri rifiuti alimentari) del sito. La donna è stata trovata con le braccia conserte e circondata da corredi funerari, tra cui ceramiche e strumenti in pietra, il che potrebbe indicare che ricopriva una posizione importante nella società.

Moraes ha utilizzato il "metodo di approssimazione facciale forense", così definito dal tecnico, che prevedeva la misurazione del cranio e la ricerca di un individuo con caratteristiche facciali simili all’interno di un database, per poi unire gli ingredienti. Questa che vedete è l’immagine più accurata che possiamo avere della “donna Penang”.

[University Sains Malaysia/Cicero Moraes]

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