Il direttore della Roscosmos critica i piani NASA: "Sono troppo americano-centrici!"
Il direttore dell’agenzia spaziale Russa, nota come ROSCOSMOS, ha di recente espresso un giudizio piuttosto severo sui futuri piani della NASA per quanto riguarda l’esplorazione lunare: secondo il direttore, i progetti - nella loro forma attuale - sono troppo incentrati sugli Stati Uniti.
Dmitry Rogozin, direttore del RKA russo, ha in particolare posto enfasi sul fatto che i progetti del futuro Gateway Lunare (l’avamposto orbitale progettato per immettersi in orbita intorno alla Luna e rimanerci come base di attracco per le prossime spedizioni Artemis) tengano conto di far attraccare solo veicoli e capsule di produzione statunitense.
Rogozin, che si è espresso duramente (in forma digitale) durante il 71° Congresso Astronautico Internazionale del 12 ottobre 2020, ha affermato: “A nostro avviso, il Lunar Gateway è troppo incentrato sugli Stati Uniti e sui veicoli di sua produzione. Se la Russia costruisce il proprio sistema di trasporto spaziale, dobbiamo avere l'opportunità di attraccare". Il sistema di trasporto a cui il direttore ha fatto riferimento è senza alcun dubbio la capsula Orel (formalmente conosciuta come “Federatsiya”), il nuovo veicolo spaziale con equipaggio che ricalca un po’ il modus operandi della Orion (NASA) e della Crew Dragon (SpaceX): la riutilizzabilità, almeno parziale.
La Orel però è in sviluppo dal lontanissimo 2009 e sembra che il progetto sia ancora lontano da una conclusione pratica. L’accusa principale – come avviene anche all’ SLS dell’agenzia spaziale americana – è che questi lunghi tempi di costruzione e progettazione facciano nascere capsule e razzi “già vecchi” e obsoleti.
Alle accuse mosse dalla RKA però, ha voluto rispondere il direttore della NASA Jim Bridenstine (che in queste ore potrebbe dire addio alla sua carica), assicurando che le paure dell’Agenzia spaziale russa sono fuori luogo. Stando alle sue parole l’America terrà fede ai patti stabiliti già tempo fa per la “co-gestione” della Stazione Spaziale Internazionale, estendendo tali accordi anche al Gateway Lunare.
Non va dimenticato però che Dimitry Rogozin ha sempre avuto un atteggiamento piuttosto "bacchettone" nei confronti delle politiche estere spaziali, soprattutto verso gli Stati Uniti: non ha preso parte alla firma degli accordi Artemis e in occasione del lancio (di successo) della missione Demo-2 non ha mancato di battibeccare più volte con Elon Musk e le sue "frecciatine"
FONTE: Space.com
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