Un ultimo disperato gesto per sopravvivere tra i ghiacci raccontato da questa macchia nera

Un ultimo disperato gesto per sopravvivere tra i ghiacci raccontato da questa macchia nera
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Era il 1906, quando l'etnologo danese Ludvig Mylius-Erichsen decise di condurre una spedizione verso la costa settentrionale della Groenlandia. In quel viaggio vi erano solo 3 uomini e nessuno di loro sopravvisse. Oggi, un nuovo studio ci ha fornito ulteriori dettagli su questo loro tragico destino.

"Ho raggiunto questo posto con la luna calante. Non posso andare avanti. I miei piedi sono congelati e fuori regna l'oscurità. I corpi degli altri, ormai, sono dispersi tra i fiordi".

Questa è l'ultima frase scritta da Jørgen Brønlund nel suo diario, prima di morire per ipotermia in una cava dispersa della Groenlandia.

Finanziato dal suo paese, Erichsen aveva deciso di affiancarsi sia con un cartografo sia con un uomo di origini groenlandesi, al fine di raggiungere il suo obiettivo nel più breve tempo possibile. Per questo scelse Brønlund.

Quest'ultimo aveva tutte le caratteristiche necessarie: era di origini Inuit, sapeva quali condizioni metereologiche avrebbero dovuto affrontare ed era pronto a guidarli.

Quella che doveva essere, però, una spedizione di due anni, si tramutò in un viaggio senza ritorno: persi tra i fiordi della regione a causa degli errori presenti nelle mappe, i tre esploratori cercarono una via alternativa. Arrivati alla costa meridionale di Mallemuk Mountain, trovarono il ghiaccio spaccato e furono costretti a viaggiare nell'entroterra. Questo, tuttavia, era quasi del tutto sconosciuto e non vi erano abbastanza risorse per potercela fare.

Erichsen e Hagen, il cartografo della spedizione, morirono di fame e freddo. Solo Jørgen Brønlund riuscì a resistere più tempo, arrivando a ripararsi, con le ultime forze, in una cava di ghiaccio. Lì scrisse i suoi ultimi pensieri nel suo diario che, come il suo corpo, vennero ritrovati nel 1908.

Un recente studio pubblicato nella rivista "Archeometry" ha esposto maggiori informazioni riguardo una particolare macchia nera presente nella pagina conclusiva. I dati ricavati si sono rivelati molto interessanti per designare i veri ultimi momenti di vita del povero Brønlund.

Nel 1993 questo segno aveva suscitato talmente fascino nel mondo accademico, che un anonimo studioso aveva provato a condurre delle ricerche da solo. Poco tempo dopo, però, il diario finì negli archivi del Museo nazionale della Danimarca e, con gli adeguati permessi, è stato analizzato recentemente da esperti con maggiori conoscenze ed esperienza.

Sfruttando la fluorescenza dei raggi-X e la spettrometria di massa, si è riusciti a risalire ad un particolare tipo di gomma novecentesca composta da materiali come la calcite o la zincite.

E' probabile che, in un ultimo disperato tentativo, Brønlund abbia cercato di accendere una guarnizione bruciata di un fornello a kerosene, fallendo.

Trovando persino tracce organiche in questo semplice puntino bruciato su carta, la drammaticità dell'evento si è andata ad infittire: l'uomo, alla ricerca disperata di una fonte di calore, avrà provato a dare fuoco persino alle sue feci.

I dettagli di questa storia, sfortunatamente, ci insegnano che non tutti i viaggi d'esplorazione dell'uomo verso i luoghi più freddi del mondo hanno avuto un esito positivo.

Un ultimo disperato gesto per sopravvivere tra i ghiacci raccontato da questa macchia nera