Domani è in arrivo l'equinozio d'autunno: ecco perché non cade sempre nello stesso giorno
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Come ogni anno, puntualmente, ci ritroviamo a salutare l'estate nel mese di settembre e a dare il benvenuto all'autunno. Contrariamente a quello che si possa pensare però, i solstizi e gli equinozi non capitano in un giorno fisso, ma variano spesso la loro data. Vediamo il perché.
Nonostante le alte temperature continuino a farsi sentire, e nonostante ancora molte foreste e territori del mondo siano in piena crisi per via della siccità e di violenti incendi, ci troviamo negli ultimi istanti dell'estate 2021.
Durante tutto l'anno astronomico abbiamo quattro eventi chiave che governano le stagioni: due solstizi e due equinozi. I primi riguardano i passaggi primavera-estate e autunno-inverno, mentre gli equinozi i passaggi tra estate-autunno e inverno-primavera (almeno questo è ciò che avviene nell'emisfero boreale: se ci trovassimo in quello australe le situazioni sarebbero opposte!).
Per capire esattamente cosa significa l'equinozio, e in particolare quello autunnale che avverrà il 22 settembre alle 20:21, dobbiamo ricordarci non solo dei classici movimenti della Terra intorno al Sole (rotazione e rivoluzione) ma anche - e soprattutto - della sua inclinazione rispetto al piano dell'eclittica. Il nostro pianeta infatti non "sta dritto" mentre gira vorticosamente nei suoi movimenti galattici, ma è inclinato di 23° 27'. Questa pendenza fa nascere le stagioni con i loro rispettivi climi, dal momento che i raggi del Sole colpiscono con un'angolazione diversa ciascuna parte del globo.
Nel equinozio d'autunno avviene dunque che il giorno e la notte hanno mediamente la stessa lunghezza e cioè circa 12h di giorno e 12 di buio (le variazioni dipendono anche dalla latitudine di dove si ci trova). Ma perché non avviene sempre nello stesso giorno?
La variazione di data degli equinozi e solstizi non ha nulla di misterioso, ma anzi ci ricorda sempre delle "piccole imperfezioni" delle scoperte umane: il nostro calendario (gregoriano), non segue perfettamente la lunghezza di un anno solare terrestre, quindi capita che spesso alcuni eventi naturali avvengano un po' sfasati. È colpa insomma di quell'avanzo che spesso enunciamo quando diciamo che un anno dura "365 giorni, 6 ore e 9 minuti".
Quelle sei ore creano uno sfasamento ogni tre anni, che viene poi recuperato solo grazie agli anni bisestili. L'anno scorso, per esempio, è capitato nella stessa data (il 2020 era bisestile, ricordate?) mentre l'anno prossimo ci toccherà il 23 settembre alle ore 03:03.
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