C'è un pericoloso legame tra l'inquinamento atmosferico e la perdita della vista

C'è un pericoloso legame tra l'inquinamento atmosferico e la perdita della vista
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Un nuovo studio mette in correlazione per la prima volta gli effetti che l'inquinamento atmosferico può avere sulla perdita della vista, soprattutto per quanto riguarda i soggetti in età avanzata. Ecco cosa hanno scoperto i ricercatori.

L'inquinamento atmosferico potrebbe accelerare la perdita della vista, in particolar modo con il progredire dell'età. Sembra - secondo quanto emerge dallo studio pubblicato sul "British Journal of Ophthalmology" - che il pulviscolo perennemente sospeso nell'atmosfera sia causa di una più rapida degenerazione maculare, una malattia degli occhi legata di base all'anzianità e che può portare a cecità irreversibile nei casi più gravi.

Questi risultati sono un esempio lampante di come l'inquinamento atmosferico stia pian piano condizionando le nostre vite. Inoltre, se riusciamo a notare i cambiamenti già ai giorni nostri, è molto probabile che le generazioni future soffriranno disagi ancor più importanti. Secondo l'OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità) oltre il 90% della popolazione mondiale vive in un ambiente etichettato come "fortemente inquinato", quindi è lecito supporre che le conseguenze del fenomeno possano influire sulla nostra intera specie, come Esseri Umani.

Lo studio - più precisamente - si è concentrato sull'analisi delle particelle fini, classificate come "PM 2,5": queste particelle microscopiche di dimensioni inferiori a 2,5 micrometri possono penetrare in profondità nei polmoni e quindi nel flusso sanguigno, causando infiammazioni in tutto il corpo. La degenerazione maculare legata all'età (DMLE) è una condizione in cui la vista di una persona peggiora con l'età. La malattia è collegata ai vasi sanguigni situati nella parte posteriore dell'occhio e a possibili piccole macchie di grasso e proteine ​​che possono accumularsi sulla macula, la parte posteriore dell'occhio al centro della retina. La genetica e il vizio del fumo sono tra i principali fattori di rischio per questa patologia, ma adesso sembra aggiungersi anche l'inquinamento.

Per la loro analisi, i ricercatori hanno estratto i dati su migliaia di persone iscritte alla biobanca del Regno Unito e hanno stimato i livelli annuali di inquinamento atmosferico intorno alle abitazioni dei soggetti utilizzando altri set di dati disponibili pubblicamente. Dal 2006 in poi son state analizzate quasi 116.000 persone e 52.062 di loro hanno poi affermato di aver avuto, negli anni successivi, svariati problemi degenerativi alla vista. Tuttavia, solo ad una piccola frazione di persone è stata effettivamente diagnosticata la DMLE, e questo ci suggerisce che lo studio in questione non può dichiarare una causa certa di malattia, ma può darci un valore importante da seguire e un ulteriore parametro da tenere sott'occhio.

"La buona notizia è che l'inquinamento atmosferico può essere ancora controllato e le malattie che provoca prevenute", scrive Philip Landrigan, medico di sanità pubblica ed epidemiologo della Icahn School of Medicine del Mount Sinai, New York. "Le città e i paesi dovranno passare a fonti di energia non inquinanti, bisognerà incoraggiare il pendolarismo attivo e migliorare le reti di trasporto nonchè riprogettare i processi industriali per eliminare i rifiuti. Questi cambiamenti non saranno facili ma, fortunatamente, siamo già in possesso degli strumenti tecnici, istituzionali e politici necessari per controllare l'inquinamento atmosferico. Occorre solo la volontà".

A fine 2020, in Inghilterra c'è stata una sentenza storica: è stata dichirata la prima vittima al mondo per inquinamento atmosferico.